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Il Tottenham fa i conti con la furia di Conte: urla nello spogliatoio, poi scatta la punizione

La sconfitta in Champions contro lo Sporting è stato un brutto colpo per il Tottenham e Antonio Conte. In tv e in conferenza stampa la sua reazione è stata pacata ma alcune frasi spiegano bene quale sia il suo stato d’animo e cosa possa aver detto alla squadra nel chiuso dello spogliatoio.
A cura di Maurizio De Santis
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La rabbia di Antonio Conte per la sconfitta indigesta del Tottenham in Champions League.
La rabbia di Antonio Conte per la sconfitta indigesta del Tottenham in Champions League.

Non li ha perdonati. Non poteva. E se lo avesse fatto non sarebbe stato Antonio Conte. La calma (apparente) ostentata nelle interviste di martedì sera era sembrata strana. Com'è possibile che un tecnico della sua tempra, lui che alla squadra chiede di dare tutto fino allo stremo, abbia digerito la sconfitta clamorosa del suo Tottenham in quel modo?

La sfida di Champions League a Lisbona deve avergli procurato un travaso di bile: gli Spurs hanno subito 2 gol in 3 minuti ma non nel corso del match, bensì tra il 90° e il 93°, quando il risultato di 0-0 gli sembrava in ghiaccio. L'urlo di rabbia e di frustrazione – ne parla il Telegraph – che ha scaricato addosso alla squadra nel dopo gara s'è udito con chiarezza dallo spogliatoio inglese.

Agghiaccianti sono state le disattenzioni difensive dei londinesi che, quasi appagati e convinti di aver portato a casa un punto prezioso, si sono lasciati beffare prima di testa da Paulinho poi da una serpentina del brasiliano Arthur Gomez Laurenço. Amorim, l'allenatore dello Sporting che aveva minacciato le dimissioni in caso di arrivo di Cristiano Ronaldo, ha strabuzzato gli occhi dinanzi alla prodezza dell'ala sinistra (la stessa posizione che avrebbe occupato CR7) che ha trasformato in oro l'intuizione nata in panchina: lanciarlo nella mischia per l'ultimo assalto sfruttando la velocità e le sue caratteristiche da funambolo.

Antonio Conte commenta alla Tv inglese la sconfitta subita dal Tottenham nella partita di Champions contro lo Sporting.
Antonio Conte commenta alla Tv inglese la sconfitta subita dal Tottenham nella partita di Champions contro lo Sporting.

Dall'altra parte Conte incassava il colpo. Perdere è come morire per lui. Perdere in quel modo è anche peggio. Perdere in Coppa, con il rumore dei nemici (e dei giornalisti) che alza il volume ricordandogli quanto sia povero di risultati il suo cammino in Europa, gli dà anche più fastidio. E allora non gli restava che tacere. Aveva lo sguardo basso e la classifica del Girone D sotto mano (Tottenham secondo a 3 punti, agganciato dall'Eintracht). Non lo ha alzato nemmeno davanti ai microfoni, tanto in diretta tv quanto in conferenza stampa. Parlava e rimuginava.

La bocca diceva delle cose, dentro di sé ne aveva molte altre ma le teneva a bada. Se si fosse lasciato andare sarebbe stato straripante. Qualche concetto, però, gli è sfuggito. Ha lasciato che sui taccuini galleggiassero alcune considerazioni che sono sembrate un messaggio diretto alla squadra.

La prima è un ceffone in pieno viso: "Non dimentichiamoci che l'anno scorso questo gruppo è stato eliminato dalla Conference League dal Mura", club che nel Ranking Uefa è 225°.

La seconda arriva sulla falsariga della precedente ma è ancora più dura: "Il livello di Champions League è molto alto. Devi ridurre gli errori perché alla fine puoi pagare e noi abbiamo pagato, abbiamo pagato tanto". Come a dire, noi quel livello per adesso possiamo solo immaginarlo.

Il tecnico degli Spurs visibilmente contrariato per uno stop maturato in tre minuti, dal 90° al 93°, che pesa sulla classifica del girone di Champions.
Il tecnico degli Spurs visibilmente contrariato per uno stop maturato in tre minuti, dal 90° al 93°, che pesa sulla classifica del girone di Champions.

La terza chiama in causa qualità come mentalità e personalità che al Tottenham ancora difettano: "Ora, invece del pareggio, parliamo di una sconfitta contro una squadra abituata a giocare in questa competizione. È un peccato". Chiaro e semplice: noi in Champions ci stiamo ancora come al ballo delle ‘debuttanti'.

Quarta riflessione altrettanto efficace, questa volta cita i calciatori: ‘Tutti loro sanno che per stare al livello richiesto dalla Champions devi continuare a migliorare te stesso. Un pareggio sarebbe stato più giusto, ma lo Sporting è stato bravo a cogliere le opportunità e il momento".

Se quelle erano le premesse, non è difficile intuire cosa possa aver detto Conte alla squadra nel chiuso dello spogliatoio. Intanto, ha recapitato ai calciatori una direttiva che spiega bene qual è il suo stato d'animo: nonostante il rientro a tarda ora in Inghilterra, ha ordinato che l'allenamento post match di Champions si facesse alle 11 del mattino e non nel pomeriggio come da programma stabilito prima della partita in Portogallo. In tre minuti è cambiato tutto e prima di lasciare lo stadio di Lisbona ha avvertito gli Spurs. Zitti e muti, l'appuntamento è al campo d'allenamento.

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