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Kulusevski e l’incubo Bernardeschi: crescere nella Juventus senza un ruolo

Dejan Kulusevski come Federico Bernardeschi. Il talento svedese della Juventus ha manifestato la sua sofferenza nel dover cambiare ogni volta ruolo in campo durante la stagione con i bianconeri. Una difficoltà che non gli ha consentito di poter trovare subito la sua dimensione sul rettangolo verde, proprio come accaduto anche all’ex Fiorentina.
A cura di Fabrizio Rinelli
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"Alla Juventus ho cambiato tante volte ruolo e giocato in una posizione nuova in ogni partita, una cosa alla quale non ero abituato". Le parole di Dejan Kulusevski dopo un'intervista rilasciata in Svezia, aprono un dibattito sulla reale posizione del fantasista svedese nella squadra di Pirlo. Un argomento che merita maggiore attenzione soprattutto in virtù di un malessere esternato dallo stesso giocatore che spesso si trova a disagio in questi continui cambi di ruolo. "Quando ero al Parma toccavo un numero maggiore di palloni" ha poi ribadito il giocatore.

Un problema non di poco conto che già qualcuno prima di Kulusevski aveva vissuto in casa bianconera. Stiamo parlando di Federico Bernardeschi che dopo il suo approdo alla Juventus dalla Fiorentina, non è mai riuscito ad esprimersi al meglio nella sua posizione originaria da trequartista. Esterno di fascia o ala nel tridente offensivo, senza dimenticare questo nuovo ruolo da terzino sinistro che ha voluto affidargli Pirlo, il giocatore ha sempre fatto fatica ad imporsi alla Juventus. I giovani fanno davvero fatica a crescere nella Juventus? È questa la vera domanda.

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Alla Juventus c'è un modo di ragionare diverso. Si gioca per vincere in ogni partita e sicuramente un giocatore arrivato da tutt'altro tipo di situazione non è abituato a giocare in questo modo. Un concetto ribadito più volte anche dallo stesso Andrea Pirlo quando veniva invitato a discutere del disagio che stesse vivendo Kulusevski in bianconero. Dal suo arrivo alla Juventus, l'ex Parma ha giocato 25 partite in Serie A: 11 da esterno destro del centrocampo a quattro, 5 come seconda punta la fianco di Cristiano Ronaldo, 4 come trequartista nel 3-4-2-1 di partenza.

Insomma, non il modo migliore per approcciarsi al meglio in questa nuova avventura calcistica dello svedese che si aspettava sicuramente un impatto totalmente diverso. Con la maglia del Parma Kulusevski lo scorso anno aveva segnato 10 gol e 9 assist in 36 gare giocate. La maggior parte nel ruolo di esterno destro d'attacco nel tridente offensivo della squadra ducale. In quel modo era più libero di spaziare e di esaltarsi con la sua tecnica. Alla Juventus, ma così come spesso accade in tutti i top club, i giovani fanno fatica ad imporsi subito per via di alcuni dinamismi di gioco già rodati.

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Kulusevski ha però trovato alla Juventus una squadra con una base di gioco ancora da scoprire dato l'arrivo di Pirlo in panchina. La presenza di Cristiano Ronaldo poi impone un certo tipo di gioco che non ti permette di avere un lungo possesso palla in partita giocando con massimo due tocchi. Praticamente la stessa difficoltà vissuta anche da Federico Bernardeschi. Il talento toscano, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, è arrivato alla Juventus nell'estate del 2017 quando i bianconeri erano allenati da Massimiliano Allegri. Solo 10 gol in 4 stagioni sono davvero pochi per lui. Bernardeschi infatti arrivava dalla squadra viola con cui nell'ultima stagione, sotto la sapiente guida di Paulo Sousa, aveva segnato 11 gol. Praticamente le reti che ha realizzato in 4 anni di Juventus. Ma qual è stata la differenza sostanziale?

Con l'attuale tecnico della Polonia, Bernardeschi partita da attaccante aggiunto a sinistra, a supporto della punta, nel 4-2-3-1 di partenza con Ilicic trequartista. Un sistema di gioco, che così come accaduto per Kulusevski, lasciava molto libero il giocatore di svariare tra cross, assist ed inserimenti. Una posizione in cui Bernardeschi ha spesso giocato con Allegri ma sicuramente con compiti di copertura maggiori. È quindi vero che alla Juventus bisogna crescere ma dimenticandosi del ruolo e del proprio passato? Un concetto tecnicamente sbagliato ma che invece vuole essere d'aiuto ai tanti giovani talenti a migliorarsi di continuo scoprendo nuove potenzialità nelle proprie caratteristiche di gioco. Ma attenzione all'effetto contrario…

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