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Juventus sconfitta a Madrid dal Real: Courtois è un muro, avrebbe meritato il pareggio

La rete che decide il match (1-0) arriva nella ripresa: Vinicius esce dal torpore e centra il palo, sulla ribattuta c’è l’inglese che la mette dentro da pochi passi.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Real Madrid batte la Juve 1-0 con gol di Bellingham, un risultato che lascia l'amaro in bocca ai bianconeri che avrebbero meritato il pareggio. Anzi, c'è addirittura un pizzico di rimpianto per non essere riusciti a capitalizzare al meglio le azioni costruite senza timore reverenziale, con Vlahovic fermato dalla classe e dalla postura tentacolare di Courtois. E Openda che fa disperare: allo scadere ha sul piede la palla dell'1-1 ma non ci mette abbastanza forza e Asencio rimedia come può. Il ko complica la classifica in Champions ma restituisce la sensazione che una Juve così può tutto. Peccato.

La Juventus si difende con ordine, resta compatta e affonda la giocata appena può. Non si lascia intimorire dall'imponenza del Bernabeu né suggestionare dalla forza del Real Madrid. D'accordo, c'è Vinicius che è uno spauracchio ma il brasiliano – complice le coperture tattiche – non riesce ad accendersi. Là davanti Mbappé è un brutto cliente ma di lui si hanno poche notizie. Se ne sta lì, in agguato, quasi ti fa venire il mal di testa quando punta la difesa avversaria palla al piede. Per fortuna che ci pensa Di Gregorio a cavarsela nel migliore dei modi: si arrangia come può e si aiuta anche col corpo per chiudere lo specchio al francese. E rende "grazia" a Militao che manda alle stelle un pallone servitogli da Kylian al limite dell'area: sopra c'è scritto "basta spingere", il difensore esagera e calibra male la forza del tiro.

C'è anche Brahim Diaz che ha sì licenza di "uccidere" là davanti ma nemmeno lui trova abbastanza spazio per infilarsi nelle maglie: deve sgomitare e fa fatica però è sempre pericoloso. Gatti, Rugani e Kelly fanno il loro dovere nel pacchetto arretrato e tengono in piedi la baracca.

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Tudor aveva chiesto alla squadra di andare in campo mostrando "carattere", di giocare la partita senza timori reverenziali: così è stato per larghi tratti della prima frazione che s'è chiusa sullo 0-0, con il Real che ha preso quota piano piano rispetto a una Juve coraggiosa e concentrata. I blancos salgono di giri, alzano il baricentro, si rendono pericolosi ma l'equilibrio non si spezza merito della Juve tiene bene il campo grazie a McKennie che, preferito a Locatelli, si cala alla perfezione nel ruolo di uomo di lotta e di governo.

Nella ripresa i bianconeri hanno il merito di tornare in campo con lo stesso piglio dei primi 45 minuti e l'impressione che dà il Real è tutt'altro che di solidità. Paga disattenzioni colossali e rischia di andare sotto per due, tre volte nel giro di pochi minuti. C'è un bel cross di Thuram per Vlahovic, anticipato di poco. Sul prosieguo dell'azione Carreras sbaglia un disimpegno e regala il pallone a Kalulu: il tiro in area del francese è smorzato con la coscia da Militao. Poco dopo il Bernabeu ha tremato davvero: l'attaccante serbo parte dalla propria metà campo in contropiede, difende palla, resiste al contrasto e, una volta in area, lascia partire un diagonale che solo l'abilità di Courtois sventa. È forse l'occasione migliore e più nitida dell'incontro.

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Eppure… eppure a passare in vantaggio è il Real Madrid. Vinicius esce dal torpore, fa un numero dei suoi e lascia partire un rasoterra che carambola sul palo interno. Bellingham è lì e la mette dentro da pochi passi. I blancos adesso respirano, paura passata. Possono permettersi il lusso di controllare la gara e imbastire altre trame per il raddoppio che all'80° viene negato da un intervento provvidenziale di Conceiçao.

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