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Juve o Inter possono acquistare Messi? Ingaggiare la Pulce è operazione da 330 milioni

Lionel Messi alla Juventus o all’Inter, la Pulce con Cristiano Ronaldo in Serie A: sogno o reale possibilità? Dall’analisi dell’incidenza su costi e ricavi di un’operazione da oltre 300 milioni di euro considerati costo del cartellino, stipendio, ammortamenti e altri voci a bilancio, sembrerebbe un’operazione sostenibile. Ecco quali sono i conti al vaglio delle big italiane per decidere se e come partire all’assalto del sei volte Pallone d’Oro, in rotta con il Barcellona.
A cura di Michele Mazzeo
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Lionel Messi in Serie A: all’Inter o insieme a Cristiano Ronaldo alla Juventus. Quello che fino a qualche mese fa poteva apparire come un sogno impossibile da realizzare, nelle ultime ore sta invece diventando una possibilità concreta, per quanto sempre complicata da mettere in atto. Il calciatore dopo i recenti screzi con la dirigenza del Barcellona potrebbe lasciare i blaugrana e l’Italia sarebbe una destinazione molto gradita al sei volte Pallone d’Oro.

Ancora non esiste una vera e propria trattativa con il club catalano né l’accordo con il talento argentino per quanto riguarda l’ingaggio, ma le big del nostro campionato sono alla finestra e, in attesa di capire come si evolverà la situazione, studiano un piano economico per capire se l’acquisto della Pulce sia davvero alla propria portata. Alla luce di ciò anche noi abbiamo provato a fare gli stessi conti che in questo momento stanno facendo nei quartier generali di Torino e Milano per capire se Leo Messi può davvero vestire la maglia bianconera o nerazzurra dalla prossima stagione.

Nel contratto in scadenza nel 2021 una clausola per liberarsi ‘a zero’ ogni estate

Ovviamente, trattandosi di un’operazione ipotetica non abbiamo cifre certe, per cui per la nostra analisi ci baseremo sui numeri (comunque importanti) usciti in questi giorni sulla stampa italiana, spagnola e argentina. Stando alle indiscrezioni giornalistiche pare che il problema principale non sia legato all’acquisto del cartellino del giocatore: infatti nel contratto del 32enne di Rosario col Barcellona (in scadenza al 30 giugno 2021) sarebbe prevista una clausola che al termine di ogni stagione permetterebbe al suo numero #10 di rescindere unilateralmente senza pagare alcuna penale al termine di ogni stagione.

Un compromesso per la cessione come CR7 col Real

Posto che, seppur i rapporti tra il giocatore e la dirigenza non sembrano essere idilliaci, difficilmente Messi eserciterà questa opzione, si potrebbe trovare un “compromesso” che accontenterebbe tutte le parti: i blaugrana, messi alle strette, potrebbero dunque accontentarsi di 100 milioni di euro per cederlo ad un anno dalla scadenza del contratto (anziché 700 milioni di euro come prevede la sua clausola rescissoria), replicando quindi quanto fatto dal Real Madrid al momento della cessione di Cristiano Ronaldo alla Juventus.

Quanto peserebbe il costo del cartellino di Leo Messi

Una somma importante questa che però, piazzando un paio di cessioni importanti e facendo leva sul sistema delle plusvalenze, potrebbero ampiamente permettersi sia i bianconeri che l’Inter. Una somma che peserebbe ma non spropositatamente sui bilanci delle due compagini osservato al fenomeno argentino venga fatto firmare un contratto dalla durata di almeno quattro anni.

Qual è la quota annuale degli ammortamenti

Ciò sta a significare che la quota di ammortamento (procedimento amministrativo-contabile con cui il costo di un calciatore viene ripartito nel corso di più esercizi) da iscrivere annualmente a bilancio sarebbe quindi di 25 milioni di euro (100 milioni/4 anni). Una cifra che, piazzando qualche cessione importante (meglio ancora se con plusvalenza), rende dunque sostenibile l’investimento tenendo anche presente che entrambe le società sono in una fase ascensionale in termini di fatturato.

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Ostacolo ingaggio: il ‘Decreto Crescita’ dà una mano a Juventus e Inter

Veniamo ora a quello che potrebbe essere l’ostacolo più duro da superare per i due club, vale a dire l’accordo economico con il calciatore. Difatti, il discorso si complica per quel che riguarda l’impatto dell’eventuale ingaggio del classe ‘87 sulle casse e sul bilancio di Juventus o Inter. Ma a giocare a favore dei due club italiani ci sarebbero gli incentivi fiscali derivanti dal “Decreto Crescita” (che offre una tassazione agevolata ai lavoratori dipendenti, quindi anche ai calciatori, che si trasferiscono in Italia dopo esser stati all’estero negli ultimi due anni).

Contratto e stipendio, operazione da 330 milioni

Infatti, ipotizzando che come minimo bisognerà offrire alla Pulce un quadriennale da 40 milioni a stagione (quelli che attualmente prende al Barça), per i prossimi quattro anni i piemontesi o i meneghini si impegnerebbero a sborsare e mettere a bilancio (alla voce costi azienda) circa 57 milioni di euro (ingaggio al lordo), per un costo quadriennale di circa 228 milioni di euro che, sommati agli eventuali 100 milioni spesi per il cartellino, porterebbero la spesa totale a poco meno di 330 milioni.

Quanto peserebbe a bilancio annualmente la Pulce

Tornando al conto economico l’ipotetica “operazione Leo Messi” (qualora si dovesse chiudere alle cifre prese in analisi) aumenterebbe i costi di Juventus o Inter di circa 82,5 milioni di euro all’anno fino al 30 giugno 2025 (quota ammortamento + il costo azienda dell’ingaggio). Appare evidente dunque che per mettere in equilibrio i conti le due società dovrebbero cercare di far crescere i ricavi stagionali almeno di una cifra analoga per trovare conferma della bontà, dal punto di vista esclusivamente economico, dell’operazione. Proprio per capire ciò andiamo adesso a vedere quali e come i ricavi potrebbero aumentare con l’arrivo della stella argentina a Torino o a Milano.

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Quanto inciderebbe sui ricavi

È ovviamente impossibile sapere in quale percentuale potrebbe incidere sulla crescita dei ricavi la presenza di Leo Messi tra le fila della Juventus o dell’Inter, ma basandoci sulle situazioni analoghe verificatesi in passato possiamo asserire che l’eventuale ingaggio dell’argentino inciderebbe in positivo sui ricavi derivanti dal settore commerciale (con un aumento preventivabile tra il 15% e il 30%), sugli introiti dal botteghino, sugli accordi con vecchi (che potrebbero essere riformulati) e nuovi sponsor e, infine, sui premi derivanti dai risultati in campo (soprattutto in Champions League).

Il precedente di Cristiano Ronaldo

Cristiano Ronaldo al suo primo anno in bianconero infatti ha avuto un impatto positivo sui ricavi della Juventus per un totale di circa 62,6 milioni di euro (+10,2 mln dal merchandising, +21,9 mln dagli sponsor, +14,2 mln dai ricavi da stadio, +16,3 dai proventi della Champions League). A ciò si devono aggiungere gli altri vantaggi che il portoghese ha portato al club bianconero ma che, ancora, non hanno prodotto effetti immediatamente quantificabili in termini economici come la crescita del brand a livello globale e l’aumento del seguito digitale (+68%) e del numero di tifosi in tutto il mondo (+38 milioni). Mettendo a segno qualche salvifica plusvalenza dunque l’investimento appare ampiamente sostenibile sia per la Juventus che per l’Inter. Sempre che le cifre dell’operazione si avvicinino a quelle ipotizzate nella nostra analisi.

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