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Jorginho rialza la testa e dà appuntamento ai playoff: “Siamo l’Italia e l’Italia non molla mai”

La Nazionale ha bisogno di ritrovare il miglior Jorginho in vista dei playoff mondiali di marzo, il pilastro del nostro centrocampo suona la carica dopo la batosta di Belfast.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dov'è finita l'Italia delle notti magiche che ci ha fatto sognare vincendo i campionati Europei? Se lo sono chiesti in molti lunedì sera nell'assistere alla prova insipida degli azzurri in Irlanda del Nord, uno zero e zero in cui il risultato è specchio fedele della pochezza mostrata in campo di fronte ad un avversario modesto. Ai Mondiali in Qatar ci va dunque la Svizzera cogliendo il primo posto nel girone, a noi resta la ciambella di salvataggio dei playoff di marzo: una roulette russa pericolosissima – sulla carta ben più difficile dello spareggio andata e ritorno contro la Svezia del 2017 – in cui dovremo fare fuori due avversari agguerritissimi in altrettante partite secche.

In attesa di sapere se il sorteggio metterà sul nostro cammino Ibrahimovic o Cristiano Ronaldo, resta l'amarezza della serata più triste da quando Roberto Mancini nel maggio 2018 ha preso in mano la Nazionale raccogliendone i cocci dalla gestione Ventura. Inutile ormai star qui a ripetere il peso dei due rigori sbagliati da Jorginho nelle due sfide contro la Svizzera, ma a preoccupare è anche il rendimento del pilastro della manovra azzurra, non a caso sostituito a metà secondo tempo dal CT. Quell'ingranaggio perfetto che batte il ritmo dell'Italia sembra essersi inceppato, complice l'assenza pesantissima – assieme a molte altre – del compagno di reparto Verratti, ma anche le condizioni non ottimali cui Barella è arrivato a questi appuntamenti decisivi dopo essere stato spremuto in un inizio di stagione in cui praticamente non ha riposato mai.

I numeri di Jorginho al Windsor Park dicono molto della sua prova: la metà dei palloni toccati da Bonucci, nove palle perse. E la sensazione di non riuscire mai ad incidere sulla partita. Il giocatore del Chelsea è il primo a sapere che da lui ci si aspetta ben altro, così come sarà difficile scrollarsi il peso dei rigori sbagliati, ma il suo grido di battaglia dopo il fischio finale di Belfast è quello di tutto lo spogliatoio azzurro: "Tante volte il calcio ti ‘punisce' con dei risultati duri che fanno male. Ma che sicuramente non ci faranno abbassare la testa e perdere il nostro obbiettivo… ci prepariamo bene per marzo che sarà un'altra battaglia… sarà difficile e lo sappiamo, ma siamo l'Italia… e l'Italia non molla mai".

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