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Il tradimento di Ronaldo alle spalle della Juventus: l’intercettazione telefonica del 2019

Cristiano Ronaldo si mostrava dedito alla causa per la Juventus, ma la realtà era un’altra: da un’inchiesta della giustizia portoghese spuntano intercettazioni telefoniche.
A cura di Paolo Fiorenza
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Le cose non vanno benissimo al Manchester United per Cristiano Ronaldo, che dopo aver lasciato la Juventus nella scorsa estate per approdare in una squadra più competitiva si ritrova sì agli ottavi di Champions – affronterà l'Atletico Madrid – ma lontanissimo dalla vetta in Premier League e al centro di numerose voci sul suo futuro. Secondo i tabloid d'Oltremanica la sua insoddisfazione già sarebbe al livello di guardia nei confronti del nuovo allenatore Ralf Rangnick, e che l'aria sia avvelenata lo dimostra anche la voglia di cambiare squadra da parte di parecchi suoi compagni: sono addirittura una decina quelli che se andrebbero via già a gennaio se potessero.

L'arrivo di Ronaldo, piuttosto che risolvere problemi, ne ha creati altri: nulla di nuovo rispetto alla storia personale del portoghese, goleador inarrivabile ma anche individualista come pochi. Negli ultimi anni, con l'avanzare dell'età, i difetti sono diventati sempre più evidenti fino ad offuscare i pregi, ovvero i gol che continua a segnare con regolarità anche adesso che va per i 37 anni (li compirà il mese prossimo). Il suo ruolino stagionale allo United recita 14 reti in 22 presenze complessive: non abbastanza per evitare che i Red Devils siano diventati una polveriera dopo l'ultima sconfitta interna contro il Wolverhampton.

La storia degli ultimi anni insegna che CR7 non è uno che ha pazienza: lui vuole vincere ancora e sa che il tempo adesso per lui passa veloce. E passava veloce già quando era alla Juventus, in un triennio cominciato con grande entusiasmo e poi via via declinato verso il basso tra le delusioni nell'amata Champions e l'ultima stagione di grande sofferenza sotto la gestione Pirlo. In mezzo l'annata con Maurizio Sarri, quando dopo poco più di un anno dall'arrivo a Torino Ronaldo già ne aveva le scatole piene della Juve e aveva deciso che il club bianconero non era adeguata al suo status e alle sue ambizioni.

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Il retroscena è clamoroso e non suscettibile di smentita, visto che ci sono intercettazioni telefoniche – finite in un'inchiesta della giustizia portoghese, l'operazione ‘Cartão Vermelho' – che dimostrano come Jorge Mendes avesse avuto il mandato di portare altrove CR7: precisamente di riportarlo al Real Madrid. L'inchiesta, che nella scorsa estate ha portato all'arresto dell'ex presidente del Benfica Luis Filipe Vieira assieme ad altri tre indagati, con le accuse di riciclaggio di denaro, frode fiscale, insider trading e falso in documenti, è stata appunto suffragata da numerose intercettazioni. Allo scopo dal 2019 sono stati messi sotto controllo ben 6 telefoni di Mendes.

La rivista ‘Sabado' ha avuto accesso alle intercettazioni del potente procuratore di Ronaldo, pubblicandone stralci da cui emerge chiara la volontà di riportare il cinque volte Pallone d'Oro al Real Madrid già nella sessione invernale di mercato della stagione 2019/20. Con questo obiettivo in mente, l'agente di CR7 ha parlato col CEO del Real José Angel Sanchez e poi direttamente col presidente delle merengues, da lui lasciate 18 mesi prima. Ha dunque chiesto a Florentino Perez se fosse disponibile a fare "un'operazione importante al Real, con il ritorno di Cristiano". E ha anche suggerito che il trasferimento sarebbe potuto avvenire già a gennaio del 2020, in tempo perché il Real vincesse di nuovo la Champions League. Mendes ha aggiunto che sarebbe stata una "gioia" per Ronaldo, così da offrire "un nuovo Pallone d'Oro a Florentino".

C'è traccia anche di un contatto con Paratici sulla questione, poi come sappiamo non se ne fece nulla e la Juve di Sarri riuscì comunque a vincere a fine anno lo Scudetto, venendo tuttavia eliminata in Champions dal Lione negli ottavi e perdendo finale di Coppa Italia e Supercoppa. Ronaldo quell'anno segnò parecchio come sua abitudine – 37 gol in 46 presenze in tutte le competizioni – ma già non era contento di dove si era trasferito, complice il rapporto non facile con Sarri. Adesso si scopre che, fosse stato per lui, avrebbe buttato via la maglia bianconera ben prima della scorsa estate.

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