Il post sessista del preside sulla guardalinee ferita: “Meglio se faceva le tagliatelle, il calcio non è per donne”

Se fosse rimasta a casa "a fare le tagliatelle in cucina" non si sarebbe fatta male. E ancora: "Il mondo del calcio non è per donne, è libero pensiero". Paolo Auricchia è il preside del Liceo ‘Viesseux' di Imperia che ha sollevato un polverone di polemiche per il commento sessista condiviso sui social a corredo dell'incidente capitato qualche settimana fa alla guardalinee in campo durante la partita della Liga tra Betis e Athletic Bilbao.
L'assistente dell'arbitro stava rientrando a centrocampo dopo un gol e andò a sbattere contro una telecamera, ferendosi al volto. Guadalupe Porras Ayuso restò a lungo per terra, con il viso insanguinato e stordita a causa dell'impatto violento con l'operatore steadicam che si trovava ai margini del rettangolo di gioco, poi venne trasportata in ospedale.
L'episodio fu caratterizzato anche dall'ondata di commenti ironici ai limiti dell'insulto rivolti alla giovane. Tutti all'insegna della discriminazione di genere e delle battute da caserma sull'opportunità per una donna di cimentarsi in cose che "non fanno per loro". In questo solco s'è espresso anche il dirigente scolastico, come sia evince dal post della discordia che ha messo in subbuglio (anche) gli studenti del suo Istituto e suscitato l'indignazione della politica.

Sì vabbè… però oggettivamente se fosse stata in cucina a preparare tagliatelle (cosa degnissima, che con ogni probabilità non sa fare), non si sarebbe fatta male tesoro.
È questa la frase dello scandalo nella quale il preside definisce "cosa degnissima, che con ogni probabilità non sa fare" l'arte da brava massaia di preparare la pasta fatta a mano. Meglio impastare e produrre "tagliatelle", le avrebbe evitato – a detta di Auricchia – una situazione spiacevole e dolorosa. E pensare che proprio il dirigente scolastico, in occasione della Festa della donna, aveva organizzato si concerto con il Comune ligure un evento all'auditorium della Camera di Commercio su "Pillole di emancipazione" sulla condizioni femminile.

Auricchia si è difeso sostenendo di aver espresso solo un'opinione: "La mia è una frase estratta indebitamente da una chat privata dove, nello specifico, vi erano una serie di messaggi di critica al guardalinee sommersi da insulti. Le persone – ha ammesso al sito imperiapost.it – non ammettono che altri possano essere di opinioni diverse rispetto a quelle della maggioranza. Sono stato strumentalizzato". Ne fa una questione di tendenza e si racconta fuori dal coro quando aggiunge: "Non si offende nessuno a dire che le donne non appartengono al mondo del calcio… tanto è vero che fino a una quindicina di anni di fa non ne facevano parte e questo non vuol dire che i nostri padri o i nostri nonni fossero dei trogloditi".
Il dirigente scolastico non arretra dinanzi a chi gli contesta che ragionamenti di questo tipo appartengono alla preistoria dei rapporti tra uomo e donna. "Questo è libero pensiero e si devono accettare le opinioni di tutti, senza insultare nessuno. Oltretutto sui social si scrive un po' di tutto. Non capisco tutto questo clamore".