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Il disturbo ossessivo compulsivo di Gascoigne: “Si accorse che a casa mancava una tazza”. Fu il caos

Un ex compagno di Paul Gascoigne racconta come i demoni dell’ex nazionale inglese stessero cominciando ad impadronirsi di lui quando era ancora un calciatore: un suo amico fu costretto a guidare per centinaia di chilometri nella notte per recuperare una tazzina da caffè.
A cura di Paolo Fiorenza
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Paul Gascoigne è stato tanto geniale in campo – come abbiamo potuto apprezzare anche in Italia quando tra il 1992 e il 1995 ha indossato la maglia della Lazio – quanto sregolato fuori, con eccessi che hanno trascinato la sua vita in inferi sempre più drammatici. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, l'ex centrocampista della nazionale inglese ha avuto gravi problemi di dipendenza dall'alcol, con svariati ricoveri e il fegato compromesso, dilapidando nel frattempo il patrimonio guadagnato in carriera (nel 2010 chiese aiuto al sindacato calciatori spiegando di non avere più una dimora).

Parecchio generoso con gli altri, il 55enne di Gateshead ha pensato poco a se stesso e si è ritrovato in un abisso, con ricadute su ricadute nell'alcolismo e problemi di salute mentale sempre più pesanti, fino alla lenta risalita che lo ha portato l'anno scorso alla partecipazione all'Isola dei Famosi in Italia. Che tipo di fantasmi avesse in testa Gascoigne quando ancora giocava, lo dimostra l'aneddoto raccontato da Craig Hignett, suo ex compagno nel Middlesbrough a fine anni '90. Una notte ‘Gazza' fece guidare il suo miglior amico Jimmy ‘cinque pance' Gardner per parecchie ore per recuperare una tazzina che mancava nella sua cucina, perché non riusciva a dormire sapendo che aveva "perso le sue compagne". Un viaggio di andata e ritorno di oltre 600 chilometri dal Nordest dell'Inghilterra fino a Birmingham.

Paul Gascoigne col presidente della Lazio Claudio Lotito in occasione del suo ritorno all'Olimpico nel 2012
Paul Gascoigne col presidente della Lazio Claudio Lotito in occasione del suo ritorno all'Olimpico nel 2012

Gascoigne stava andando a letto quando notò che una tazza di caffè mancava dalla pila di tazze nella cucina di casa sua. La tazzina in questione era malauguratamente finita nell'abitazione di famiglia di un altro giocatore del Middlesbrough, all'epoca coinquilino di Gazza, Andy Townsend. La vicenda del tutto fortuita fece emergere il disturbo ossessivo compulsivo del giocatore, che non poteva dormire se tutto non era in ordine come doveva essere. L'allenatore del Boro Bryan Robson aveva incaricato Townsend di tenere sotto controllo Gascoigne vivendo con lui: i due avevano l'abitudine di arrivare all'allenamento con una tazza di caffè per ciascuno, portata da casa. Ma quando a Townsend è stato inaspettatamente detto che sarebbe potuto tornare nella sua casa di famiglia a Birmingham dopo l'allenamento di un lunedì, si è scatenato un effetto a catena che ha fatto accendere tutti i segnali di allarme nella testa di Paul.

Il loro compagno Craig Hignett ha raccontato cosa accadde quella sera: "Verso le 10 e mezza di sera, Gazza dice al suo amico Jimmy: ‘Vado a letto'. Quindi si alza, va in cucina e guarda la pila delle tazze da caffè. Ci sono solo cinque tazze, dovrebbero essercene sei. Torna e dice a Jimmy: ‘Perché ci sono solo cinque tazze da caffè? Non posso andare a letto sapendo che hanno perso una compagna'. Era il suo disturbo ossessivo compulsivo. Mettono a soqquadro la casa, guardano ovunque, non riescono a trovarla. Allora Jimmy dice: ‘So cos'è successo. Andy ce l'ha nella borsa. È andato a casa, ce l'ha nella borsa'. Gazza ha detto: ‘Ok, vai a prenderla allora'. ‘Jimmy ha risposto: ‘Beh, vive a Birmingham. Siamo a Seaham (città poco più a nord di Middlesbrough, ndr). Ci vogliono tre ore per andarci'. Gazza ha detto: ‘Sì, io non posso andare a letto sapendo che c'è una tazza là fuori senza le sue compagne. Vai e prendila'…".

Gascoigne nel 1999 in maglia Middlesbrough
Gascoigne nel 1999 in maglia Middlesbrough

Hignett ha continuato il suo racconto, descrivendo il lungo viaggio dell'amico di Gascoigne nel cuore della notte: "Quindi Jimmy guida per tre ore fino a casa di Andy Townsend. È notte fonda. Andy è a letto e sta dormendo, suona il campanello. Ha i cancelli elettrici, allora sua moglie lo ha svegliato: ‘C'è qualcuno alla porta, Andy'. Lui dice: ‘Sono le due e mezza di notte, perché c'è qualcuno alla porta?' Comunque, si alza in boxer, con una mazza da baseball in mano. Guarda attraverso lo spioncino: c'è una pioggia battente e Jimmy sta lì fuori, bagnato fradicio. Andy apre la porta, dice: ‘Che cazzo vuoi?' Jimmy ha risposto: ‘Beh, Gazza rivuole indietro la sua tazza da caffè. Non andrà a letto finché non avrà la tazza da caffè". Al che Andy ha detto: ‘Mi stai prendendo per il culo?' Jimmy gli ha risposto di no".

"Rientra in casa, prende questa tazza da caffè e la dà a Jimmy, che se ne va, guida altre tre ore, torna verso le quattro, cinque e mezza del mattino. Gazza è ancora sveglio a guardare la televisione. ‘L'hai presa, sì? Rimettila al suo posto'. Va a controllare, poi va a letto. Non sarebbe potuto andare a letto se non avesse visto che c'era", ha concluso l'ex compagno di Gascoigne. Già allora i demoni di Paul cominciavano ad affacciarsi alla sua porta.

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