Ibrahimovic: “La Svezia mi ha convocato perché lo merito. E sono ancora forte”

"Non ho il fisico di 20 anni fa ma il mio livello è sempre alto". E ancora: "Se la Svezia mi ha richiamato in nazionale è perché lo merito, non certo perché mi chiamo Zlatan Ibrahimovic". All'attaccante del Milan bastano queste due frasi per spiegare cosa significa e cosa vuol indossare di nuovo la casacca della selezione scandinava a cinque anni di distanza dall'ultima volta. La notizia iniziata con un sussurro ha preso piede poco alla volta, fino a diventare realtà. Il rendimento con i rossoneri, la capacità di prendere per mano la squadra e riportarla in alto (in Italia come in Europa) gli hanno spalancato di nuovo le porte della squadra del suo Paese.
Inserito dal commissario tecnico, Janne Andersson, nella lista de convocati per le sfide contro Georgia e Kosovo, Ibra ha approfittato dell'intervento sul canale Youtube della federcalcio scandinava per ‘presentarsi' alla vigilia del doppio appuntamento delle qualificazioni mondiali: "Tutto quello che ho fatto in passato conta fino a un certo punto. Quel che importa davvero è ciò che posso dare adesso. E anche se ho un fisico diverso e gioco in modo diverso il mio rendimento è sempre competitivo".

Si riparte da zero. Ibra si mette in discussione e guarda avanti. La missione è sempre la stessa: mettere al servizio della squadra la propria esperienza di calciatore internazionale. Oggi come in vista dell'Europeo in programma nella prossima estate. Per farlo, uno dei presupposti era chiarire – una volta e per tutte – il rapporto con il selezionatore della nazionale: "Abbiamo discusso di tutto – ha aggiunto il calciatore del Milan – e ci siamo chiariti. Di comune accordo abbiamo deciso di mettere una pietra sopra a tutto quanto accaduto in passato. Abbiamo un carattere abbastanza simile ed entrambi vogliamo la stessa cosa… vincere. Rappresentare il proprio Paese è la gioia più grande, quindi con orgoglio e onore indosserò la maglia della nazionale".