Gudmundsson ha saputo della denuncia mentre si allenava: “Mia madre mi ha chiamato sei volte”

Albert Gudmundsson sta vivendo una stagione davvero complicata con la Fiorentina e alle spalle ha lasciato un anno ugualmente difficile, segnato dal processo per una presunta violenza sessuale. Dopo una lunga battaglia legale è stato dichiarato innocente dal tribunale islandese ma la denuncia ha condizionato anche la sua carriera, portando diverse squadre a ritirarsi dalla corsa del calciomercato.
Il giocatore è stato ospite del podcast Chess after Dark dove ha raccontato come ha vissuto l'ultimo anno e tutte le situazioni che ha dovuto attraversare prima di riuscire a provare la verità. Era stato anche escluso dall'Islanda per un periodo, perché secondo il regolamento della federazione non poteva giocare essendo sotto processo, ma adesso tutto è stato archiviato.

Gudmundsson racconta come ha vissuto il processo
La bomba è scoppiata dopo la denuncia di una donna che ha fatto scattare le indagini sul giocatore per cattiva condotta sessuale. Non era a conoscenza di nulla e ha saputo di essere sotto processo mentre si stava allenando con il Genoa, la squadra in cui ha giocato due anni prima di passare alla Fiorentina: "Sono rientrato dall'allenamento, sono andato negli spogliatoi, mi stavo rilassando e ho controllato il telefono. Ho visto che mia madre aveva chiamato sei volte, mio padre quattro".
Da quel momento è iniziato il periodo più complicato della sua vita che ha avuto un grande impatto anche sulla sua carriera. Gudmundsson infatti era destinato a vestire la maglia dell'Inter nel 2024, proprio quando è cominciato il processo, ma l'affare è saltato in modo abbastanza misterioso. Solo oggi ha svelato che il mancato approdo in nerazzurro è stato dettato proprio dalla sua vicenda legale: "Un anno prima che andassi alla Fiorentina si presentò il problema e i club che mi seguivano si ritirarono dai colloqui. C'erano diverse squadre, ma all'epoca parlavo di più con Inter e Juventus".