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Grassadonia urla la sua rabbia: “Vergogna! La mia famiglia in fuga da Salerno in taxi”

Dopo la vile aggressione alla 18enne figlia di Gianluca Grassadonia, avvenuta sabato sera a Salerno, la famiglia del tecnico ha già lasciato la città e si trova a Pescara. L’allenatore non si trattiene: “È una vergogna, adesso basta”. Gli ultras della Salernitana prendono le distanze dall’accaduto: “Non ha nulla a che fare col vero tifo, vergognatevi”.
A cura di Paolo Fiorenza
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È scosso Gianluca Grassadonia, e chi non lo sarebbe al posto suo: la figlia Paola aggredita di sera sotto casa, strattonata, presa a calci. Sono stati attimi terribili quelli vissuti sabato sera a Salerno, col calcio a fare da sfondo ad un atto vile che non può entrare nella stessa frase con la parola tifosi. Perché quelle persone, oltre ad aver compiuto un reato di cui si stanno occupando le forze dell'ordine, sicuramente non hanno fatto neanche il bene della Salernitana, alla vigilia di un giorno di festa che potrebbe sancire il ritorno dei granata in Serie A dopo 22 anni.

Una lunga attesa avvelenata da un gesto semplicemente folle, volto ad ‘invitare' Grassadonia – attuale tecnico del Pescara, ma figlio della città di Salerno – a non rovinare il piano promozione della squadra di Lotito, impegnata domani proprio contro il Delfino. Come se aggredire una ragazza di 18 anni possa mai avere a che fare con una partita di calcio o con qualcosa che pretenda di essere sport. Il 49enne tecnico urla tutta la sua rabbia: "È una vergogna. Mia figlia è stata strattonata e presa a calci. Adesso basta. I miei familiari prenderanno un taxi e andranno via, anzi scapperanno via. Li aspetto in Abruzzo. Basta, adesso basta".

Ed infatti la moglie Annabella non ha perso tempo: la famiglia di Grassadonia già si trova a Pescara, costretta a lasciare Salerno in tutta fretta. Sull'accaduto la società abruzzese ha diffuso un comunicato in cui conferma come anch'essa si sia mossa per far ricongiungere al tecnico il suo nucleo familiare: "La Delfino Pescara 1936, dopo i GRAVISSIMI fatti accaduti nella notte, comunica che il tecnico Gianluca Grassadonia non rilascerà alcuna intervista o svolgerà conferenza stampa pre partita in vista della gara Pescara-Salernitana, ma garantirà come sempre la propria professionalità cercando di preparare al meglio la partita in programma lunedì pomeriggio allo Stadio Adriatico. La Delfino Pescara 1936 oltre a porgere il messaggio di solidarietà al proprio tecnico, si è subito prodigata affinché la famiglia Grassadonia raggiunga al più presto Pescara per garantire quella serenità purtroppo venuta meno nella loro città di origine".  Il club pescarese peraltro ha anche sospeso gli accrediti stampa giunti da Salerno, "per motivi di sicurezza".

La parte sana della tifoseria della Salernitana ovviamente non ci sta a far passare un giudizio che faccia di tutta l'erba un fascio ed ha diffuso un comunicato in cui si dissocia totalmente dall'aggressione e offre solidarietà alla famiglia di Grassadonia: "Apprendiamo da alcune testate giornalistiche e testimonianze di alcuni amici del grave episodio avvenuto alla figlia di Grassadonia allenatore del Pescara da parte di alcuni ragazzi, aggressioni verbali e minacciose inerenti alla prossima gara ad una ragazza che non ha colpe. Prendiamo le distanze da tali personaggi che non hanno nulla a che fare con il vero tifo salernitano. Da ultras ci sentiamo responsabili di dare insegnamento ai ragazzi in curva perché prima di tutto siamo uomini e padri. Questo schifo è solo frutto di cattivi esempi e sporca il nome di Salerno. Vergognatevi! Ci sentiamo di essere solidali, inoltrando un forte abbraccio a sua figlia Paola".

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