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Mondiali in Qatar 2022

Gli USA sono la nazionale del futuro costruita per i Mondiali 2026 (e per far bene già adesso)

Gli USA già guardano al prossimo Mondiale casalingo del 2026. Sono giovanissimi, pieni di talento e stanno costruendo ottime carriere in Europa. La faccia del Mondiale 2026 può essere Giovanni Reyna, atteso già in Qatar a grandi cose.
A cura di Jvan Sica
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Non sono ancora iniziati i Mondiali di Qatar 2022, che hanno intanto bloccato i campionati nazionali e le coppe europee sul più bello, ma tanti pensano già con grandi aspettative e speranze al prossimo mega-Mondiale organizzato da USA, Messico e Canada nel 2026. Sara mega perché è già in fase di lancio un’organizzazione gigantesca spalmata su tre Paesi e perché le squadre partecipanti al torneo saranno 48.

Ci stanno pensando in tanti perché con il Mondiale del Qatar la generazione che ha segnato gli anni ’10 del calcio internazionale dirà definitivamente addio (al prossimo Mondiale non vedremo l’accoppiata Messi-Cristiano Ronaldo ad esempio), e per forza di cose ci stiamo pensando tantissimo soprattutto noi italiani, da sempre protagonisti nei Campionati Mondiali dal 1934 in poi (con parentesi negativa nel 1958) e costretti ora a sederci sul divano per ben due edizioni consecutive. Allo stesso modo ci stanno pensando con grandi attese e speranze le Nazionali dei tre paesi organizzatori, con il Messico che può sempre attingere da un vivaio nazionale enorme, il Canada tornato al Mondiale dopo 36 anni e soprattutto gli USA che, come spesso accade, stanno facendo le cose per bene.

L’organizzazione è già partita, così come la messa a punto di stadi, servizi e progetto nella sua totalità. Quello che doveva partire ancora prima poi erano altri due elementi fondamentali: in primo luogo iniziare a far conoscere, piacere e diffondere il calcio nel Paese, per non ripetere gli errori del 1994, quando il New York Times a pochi giorni dall’inizio della competizione dovette dare una svegliata ai lettori americani in quanto a breve ci sarebbe stato il secondo evento sportivo più importante del pianeta anche se nessuno sembrava accorgersene. La MLS oggi è una bella realtà, con buone squadre piene di ottimi talenti soprattutto americani (sia del Nord che del Sud) e stadi spesso pieni con un calore mai visto prima per il calcio nazionale negli USA.

Accanto al movimento nella sua interezza poi serviva impostare una squadra che nel 2026 abbia le carte in regola per dare fastidio alle grandi, così da creare un effetto traino ancora più forte e decisivo per la piena affermazione del calcio in America. Scavando tra i tanti giovani che hanno iniziato a scegliere il calcio invece degli altri grandi sport americani, oggi la squadra USA è una miniera di giovani gemme distribuite nei maggiori campionati europei. In base alle ultime convocazioni delle diverse squadre partecipanti ai Mondiali, gli USA hanno la media età più bassa, 24,3 anni, due anni in meno delle seconde classificate, Ecuador e Marocco con una media di 26,3 anni di età.

Yunus Musah, convocato nella nazionale USA, oggi al Valencia di Gattuso e cresciuto nel Giorgione Calcio
Yunus Musah, convocato nella nazionale USA, oggi al Valencia di Gattuso e cresciuto nel Giorgione Calcio

A Doha sono stati convocati in tutti i reparti della squadra giovani di grande interesse. Per fare solo alcuni nomi ecco Joe Scally 2002 del Borussia Mönchengladbach e Junus Musah 2002 del Valencia. Non solo giovanissima la squadra che in Qatar verrà allenata da Gregg Berhalter. Ci sono elementi di valore internazionale come Christian Pulisic del Chelsea, Brenden Aaronson del Leeds, Timothy Weah del Lille e Josh Sargent del Norwich. Tranne il primo sono forse nomi che non fanno strabuzzare gli occhi ma in ogni squadra in cui hanno militato hanno sempre lasciato il segno.

Gio Reyna, stella della Nazionale USA in Qatar, la più giovane tra le 32 presenti
Gio Reyna, stella della Nazionale USA in Qatar, la più giovane tra le 32 presenti

E pi c’è la stella, non una stella come le altre che guarderemo in questo lungo mese di calcio, una stella per forza di cose giovanissima e proiettata già nel prossimo quadriennio per arrivare al 2026 da uomo di riferimento e copertina del Mondiale casalingo.

Stiamo parlando di Giovanni Reyna, classe 2002, figlio dell’indimenticato Claudio Reyna, l’uomo che portò gli USA fino ai quarti di finale in Corea-Giappone 2002, esordiente a 17 anni con il Borussia Dortmund dopo essere cresciuto nel settore giovanile del New York City. Reyna ha tutto per poter diventare il “calciatore americano” che stavamo aspettando: fisico, talento, tecnica, creatività, capacità di reggere pressioni enormi e predestinazione. Qatar 2002 per lui e per questi giovanissimi USA sono solo l’antipasto di quello che verrà fra quattro anni. Se la semina sarà già di livello in questo torneo, gli USA non si fermeranno più fino al 2026, quando aspetteranno tutti a casa loro con una squadra matura, piena di esperienza internazionale e senza più nessun timore reverenziale.

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