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Come sarà l’Italia che proverà ad andare ai Mondiali nel 2026 (sperando succeda qualcosa)

Fuori per la seconda volta consecutiva ai Mondiali, l’Italia deve ripartire da Roberto Mancini, dai calciatori delle classi 1996-2000 e da tanti giovani che non devono più attendere troppo per diventare grandi e azzurri.
A cura di Jvan Sica
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E allora ripartiamo. Lo abbiamo detto anche cinque anni fa dopo la sconfitta contro la Svezia che ci ha negato Russia 2018 e dobbiamo dirlo ancora una volta oggi, eliminati per la seconda volta consecutiva dalla fase finale dei Mondiali. Si riparte da Mancini e forse non poteva andare diversamente. È l’allenatore che ha letteralmente preso l'Italia dalla spazzatura, senza gioco e senza calciatori e ci ha portati alla vittoria degli Europei. Prima della prima con la Turchia questa estate, oltretutto in casa, si pensava che il pareggio sarebbe stato un buon risultato. Questo eravamo nel giugno di un anno fa. Ripartiamo da Mancini che però dovrà cambiare non solo calciatori e magari anche impostazione tattica, ma anche modello di comunicazione. Dopo Ventura c’era una sfiducia tremenda nei confronti della Nazionale e si aveva paura di perdere e fare brutte figure contro tutti. Con lo slogan “Vinciamo gli Europei” appena qualificati e durante il periodo di lockdown, Roberto Mancini ha tolto quella patina d’angoscia che ricopriva tutti e anche quello è servito per vincere.

Riproporre l’idea “Vinciamo i Mondiali” sia prima della gara con la Svizzera, prima del sorteggio e prima della Macedonia del Nord ha forse convinto l’intero gruppo che alla fine sarebbe andata bene ancora una volta, che fosse quasi il nostro destino non fallire di nuovo l’appuntamento mondiale. Così non è stato e da oggi in poi sarebbe meglio essere più realisti per non evitare partite in attesa dell’evento sicuro, quello del gol, che invece con i macedoni non è arrivato.

Il lavoro di Mancini è difficile perché gli azzurrabili ad oggi sono 143, peggio di noi in Europa ci sono solo Cipro, Grecia e Turchia. Se aggiungiamo che la maggior parte dei nostri calciatori ha un numero di partite internazionali che fa ridere rispetto agli altri, ecco che diventa ancora più difficile. Da questa base di partenza quindi, Mancini dovrà prima di tutto cambiare dei calciatori, alcuni in maniera forzata, altri perché sono evidentemente lontani dal suo modo di fare calcio. Tra quelli presenti nella rosa degli Europei dovrebbero salutare Chiellini, atteso per l’ultima partita in Nazionale contro l’Argentina il 1° giugno e poi gli attaccanti Belotti, Insigne e Bernardeschi. A forte rischio anche Immobile, perché con la maglia azzurra non riesce a ingranare ed è ormai un peso insostenibile anche per lui pensare di ripartire per il nuovo ciclo. Su chi potremo contare per i prossimi quattro anni?

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In porta Gianluigi Donnarumma in questo momento è il migliore e il peggiore portiere al mondo nella stessa partita. Deve trovare serenità e soprattutto giocare in una squadra di club in cui è il titolare. Non si può essere il migliore giocatore d’Europa e poi fare panchina nella Ligue 1. Questo creerebbe problemi a tutti. In difesa il grande vecchio diventerà Bonucci, che dovrebbe fare coppia fissa con Bastoni al centro. Per il resto c’è davvero pochissimo come centrali e questo preoccupa. Mancini non è affidabile sempre, Toloi va a intermittenza ed è giusto guardare tra i giovani o addirittura giovanissimi. Mancini nello stage di gennaio ha convocato Giorgio Scalvini, forzando la mano come fatto qualche anno fa con Nicolò Zaniolo.

Portare Scalvini è il segnale che bisogna guardare davvero tra i giovani per cercare centrali azzurrabili. Un occhio verrà dato anche a Caleb Okoli, che sta giocando molto bene con la Cremonese in B e magari anche a Daniele Ghilardi, compagno di Scalvini nella Under 19. Una volta pensare a calciatori così giovani o di serie B per la Nazionale era assurdo, oggi invece se non si va in cerca di gemme diventa difficile. Sulle fasce siamo messi anche peggio.

Giorgio Scalvini, giovane difensore dell'Atalanta.
Giorgio Scalvini, giovane difensore dell'Atalanta.

I titolari sono Di Lorenzo e Spinazzola, che non ha una data di rientro. Il resto dei calciatori ora in rosa sono giocatori onesti e nulla più. Siamo messi peggio rispetto ai centrali perché anche tra i giovani si vede poco all’orizzonte e forse l’unico vero prospetto interessante che deve però crescere tanto è Destiny Udogie dell’Udinese. Per il futuro prossimo poi ci sono Dimarco e Calabria che devono essere presi inconsiderazione.

Il centrocampo è il reparto in cui possiamo reggere l’urto con le Nazionali migliori al mondo. Se Barella, Verratti, Locatelli, Jorginho, Tonali, Pellegrini, Pessina e Cristante sono in forma ce la giochiamo con tutti senza problemi. Per il futuro non si possono non tenere nel giro azzurro Pobega e Frattesi. Tra i bambini c’è Miretti della Juve che si ispira a Kevin de Bruyne e noi sospiriamo un “Magari!”.

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In attacco i nomi sono quelli e purtroppo solo quelli. Chiesa, Scamacca, Raspadori. Si riparte da questi tre nomi con Berardi sempre pronto all'uso e Nicolò Zaniolo su cui ragionare. Aver convocato Zaniolo senza presenza in serie A è stato un doppio messaggio. Da una parte alla Roma e al calcio italiano, per chiedere di non attendere troppo nel lancio di potenziali buoni se non ottimi calciatori, dall’altra a tutti gli azzurrabili in quanto il ct non ha problemi a convocare di fronte al talento dichiarato.

Dopo averlo convocato, Mancini ha coccolato Zaniolo, ha cercato di farlo giocare quanto poteva, lo ha anche aspettato dopo i due infortuni e oggi vuole farlo diventare il perno e il vero giocatore di riferimento del nostro attacco. Per farlo però sa che non può tenerlo in fascia, come ha capito Mourinho alla Roma. Dovrebbe cambiare il sistema di gioco passando dal 4-3-3 al 4-2-3-1, ma non lo ha ancora fatto perché i meccanismi oliati durante gli Europei non potevano essere messi in discussione andando in caccia del Mondiale.

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Nelle prossime partite però l’idea di inserire Zaniolo sottopunta, con Scamacca centravanti può essere una soluzione. In questo momento, a dirla tutta, Zaniolo non ha meritato di vedere stravolgere l’assetto della Nazionale per farlo rendere al meglio, ma è un calciatore che dopo i due infortuni subito si vedrà in tutto il suo potenziale solo nella prossima stagione.

In estrema sintesi, la nuova Italia di Mancini si baserà sulle classi 1996-2000 con due “vecchi” come Bonucci e Verratti a dare esperienza, nell’attesa che alcuni calciatori nati nel nuovo millennio possano aiutarci a diventare migliori di quello che siamo adesso. Speriamo che succeda, altrimenti sarà ancora un percorso lungo e tortuoso.

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