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Falcioni commuove l’Argentina: in panchina dopo aver perso la moglie, vince e scoppia a piangere

L’Independiente ha battuto l’Estudiantes e si è qualificato per le semifinali della Copa de la Liga, ma la partita è passata in secondo piano rispetto al dramma umano del tecnico Julio César Falcioni. L’allenatore dei Diavoli Rossi aveva perso la moglie mercoledì scorso per Covid: nessuno si aspettava di vederlo in panchina. Invece si è presentato a sorpresa negli spogliatoi a La Plata: quello che è accaduto dopo ha fatto piangere tutta l’Argentina.
A cura di Paolo Fiorenza
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Un Paese intero si è commosso l'altra notte, in occasione della sfida tra Estudiantes e Independiente, valevole per i quarti di finale della Copa de la Liga in Argentina: gara secca giocata a La Plata e terminata con la vittoria ai calci di rigore degli ospiti, dopo che i tempi regolamentari si erano conclusi sullo 0-0. L'Independiente adesso se la vedrà in semifinale con il Colón, mentre dall'altra parte del tabellone il Boca Juniors – che ha battuto un River Plate decimato dalle assenze per Covid – se la vedrà col Racing.

Fin qui la parte sportiva, dove spiccano le due parate del portiere Sebastian Sosa che hanno dato il passaggio del turno ai Diavoli Rossi. Ma quello che ha fatto piangere molti di coloro che assistevano alla partita da casa è stata la storia di Julio César Falcioni, 64enne tecnico dell'Independiente. Nessuno si aspettava di vedere l'allenatore in panchina, del resto non si era presentato in occasione delle ultime 4 partite giocate dalla sua squadra, avendo scelto di stare vicino alla moglie Ada, in fin di vita dopo l'aggravarsi delle sue condizioni in seguito ad aver contratto il Covid.

A maggior ragione nessuno poteva pensare di veder sbucare adesso l'Emperador, come è soprannominato l'ex portiere che da giocatore ha legato il suo nome a Velez Sarsfield e America di Calì, perché mercoledì scorso l'adorata Ada non ce l'ha fatta, lasciando Falcioni in un dolore inestinguibile. Ed invece, del tutto a sorpresa, il tecnico si è presentato negli spogliatoi della sua squadra in trasferta a La Plata, lasciando senza parole sia i giocatori che i suoi due assistenti, Omar Piccoli e Pedro Monzón, che lo avevano sostituito in sua assenza.

La profonda emozione si è ripetuta sul campo, quando anche gli avversari si sono resi conto della presenza di Falcioni e lì sono state versate le prime lacrime, quando ancora doveva cominciare la partita: il tecnico dell'Estudiantes, ‘El Ruso' Ricardo Zielinski, infatti si è recato presso la panchina avversaria per abbracciare il collega, visibilmente provato. La scena si è ripetuta poco dopo, con alcuni giocatori biancorossi che hanno imitato il gesto del proprio allenatore. Immagini toccanti, ma niente al confronto di quanto sarebbe accaduto a fine partita, dopo l'ultimo rigore segnato da Braian Martinez.

Falcioni prima ha sfogato la sua gioia con un urlo, poi è crollato in lacrime mentre i suoi collaboratori lo abbracciavano. Ma in quel momento lui aveva un solo pensiero: alzare le mani verso il cielo per abbracciare un'ultima volta la sua Ada. La partita – una battaglia di un'ora e 57 minuti – è passata in secondo piano: "Questo è per Julio, che con grande fatica ed enormi attributi è qui con noi, e per tutta la sua famiglia", ha detto il capitano Silvio Romero.

Falcioni il Covid lo ha vissuto anche sulla sua pelle: in precedenza era stato costretto a saltare altre quattro partite per curarsi. Ma niente potrà togliere l'Emperador dai campi di calcio, finché avrà un po' di forza in corpo. "Sono orgogliosa di te", ha twittato Laila, una delle sue figlie, dopo la partita. Un pensiero condiviso da molti in Argentina.

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