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Faida tra le mogli di Rooney e Vardy, la trappola su Instagram finisce in tribunale: “È stata lei”

In Inghilterra tutti i riflettori sono puntati su un processo che comincia oggi, ribattezzato “Wagatha Christie” per la presenza come parti contrapposte di due Wags molto famose, le mogli di Wayne Rooney e Jamie Vardy. Gli ingredienti della spy story ci sono tutti: “È stata lei!”, “No, sta mentendo!”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Comincia oggi in Inghilterra un processo attesissimo, addirittura soprannominato "Wagatha Christie" mescolando la parola WAG, acronimo che indica le compagne dei calciatori, col nome della celebre giallista britannica. Già, perché la storia che vede protagoniste le mogli dei due ex attaccanti della Nazionale inglese Wayne Rooney e Jamie Vardy (quest'ultimo in campo giovedì scorso all'Olimpico contro la Roma nella semifinale di Conference League persa col suo Leicester) ha davvero i connotati di una spy story. Il processo è stato anche chiamato "Wags at war", indicando la guerra totale cui hanno dato vita la 36enne Coleen McLoughlin e la 40enne Rebekah Miranda, che un tempo sedevano affettuosamente l'una vicina all'altra in tribuna per sostenere i loro mariti: accadeva agli Europei del 2016, dove entrambi i calciatori erano nella rosa dell'Inghilterra allenata da Hodgson, una spedizione finita male negli ottavi di finale con la sconfitta contro l'Islanda.

Wayne Rooney e Coleen McLoughlin sono sposati dal 2008
Wayne Rooney e Coleen McLoughlin sono sposati dal 2008

Sono passati 6 anni e quell'amicizia è diventata feroce battaglia legale, che fa seguito ai panni sporchi messi in piazza dalle due donne. Per far capire il livello di odio tra le due, la causa civile che le vede di fronte davanti all'Alta Corte comporterà spese legali di gran lunga superiori ai danni che potrebbero essere riconosciuti alla fine a chi avrà ragione. I giudici hanno ripetutamente chiesto loro di risolvere la questione in via extragiudiziale, ma nessuna delle due parti si è tirata indietro. "Una volta che qualcuno prende posizione e dice pubblicamente ‘ io ho ragione, tu hai torto', avendo milioni di followers su twitter, dire ‘ho sbagliato' poi è molto difficile", ha spiegato alla BBC un avvocato specializzato in cause che hanno a che fare con l'uso dei media.

Rebelak Vardy è una modella inglese
Rebelak Vardy è una modella inglese

Si stima che le spese legali per ciascuna parte in causa arriveranno a un milione di sterline e che la vincitrice recupererà soltanto il 70% della propria fattura legale, lasciandola con circa 300mila sterline ancora da pagare. Se verranno riconosciuti danni, è probabile che siano compresi appena tra 15mila e 40mila sterline. "Non ha senso per nessuna delle due – ha sentenziato il legale – Anche chi vince ne uscirà con una perdita enorme". Ma cosa ha potuto generare un risentimento così cieco da rischiare di rimetterci una cifra milionaria? La controversia risale a ottobre del 2019. Coleen Rooney era convinta che qualcuno stesse passando informazioni su di lei al tabloid Sun ed allora ha messo in atto un lavoro investigativo online per riuscire ad individuare chi fosse il responsabile, partendo dall'assunto che fosse uno dei suoi contatti social più stretti.

Per alcuni mesi la donna, personaggio molto noto della TV britannica, ha scritto cose inventate nelle sue storie su Instagram, limitando chi poteva leggerle e aspettando di vedere se il Sun le avrebbe poi pubblicate. Il che è puntualmente accaduto: sono finiti sul giornale un viaggio in Messico per la selezione del sesso in modo che la loro figlia fosse femmina, le trattative per partecipare al programma Strictly Come Dancing ed altre cose postate privatamente dalla donna. Alla fine, stringendo sempre di più il cerchio come una provetta investigatrice, Coleen Rooney è arrivata al nome di Rebekah Vardy ed ha raccontato tutto con un post su Twitter che si concludeva col colpo di scena della rivelazione della colpevole: "Ho impedito a tutti di visualizzare le mie storie di Instagram tranne che ad un solo profilo. È………. quello di Rebekah Vardy", con tanto di puntini sospensivi per creare hype.

Appena diffusasi la notizia con grande clamore mediatico, la moglie di Vardy ha negato strenuamente di essere la fonte della fuga di notizie, chiamando immediatamente Coleen Rooney al telefono per protestare la sua innocenza e poi pubblicando nel giro di mezz'ora la sua difesa sui social sostenendo che lei non era la sola ad avere accesso al suo account Instagram, ma ne disponeva anche un certo numero di persone, e che dunque fare il suo nome come ‘gola profonda' della vicenda era del tutto sbagliato. Quando non sono arrivate scuse pubbliche dalla signora Rooney, Rebekah Vardy nel giugno del 2020 ha deciso di citarla in giudizio per diffamazione. Una querela che dopo due anni è arrivata nell'aula di un tribunale: il caso "Wagatha Christie" appassiona l'Inghilterra, il pubblico aspetta con ansia un finale all'altezza della trama.

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