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Effetto Cristiano Ronaldo: perché la Juve non ha preso Donnarumma

Donnarumma al Paris Saint-Germain è una sconfitta (anche) per la Juventus che ha perso l’occasione di prendere il portiere del futuro, da tempo designato come erede di Buffon. La realtà è che nemmeno i bianconeri, considerate le difficoltà a bilancio e una serie di errori a livello strategico, possono permettersi un investimento del genere. Non se hai CR7 che brucia risorse, il caso Dybala ancora irrisolto e calciatori pagati tanto ma con un ritorno deludente in termini sportivi e di prestazioni.
A cura di Maurizio De Santis
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La realtà è che la Juventus non poteva permettersi l'acquisto di Gianluigi Donnarumma. Anche se a costo zero, perché in scadenza di contratto con il Milan. Si è dovuta tirare indietro facendo di necessità virtù, dirigendo l'attenzione su altri ruoli e differenti nodi da sciogliere, ‘accontentandosi' di Szczesny. E lo ha perso. Un'occasione mancata? Sì. Avrebbe piazzato tra i pali il successore di Gigi Buffon (anche) in Nazionale e – considerata l'età del calciatore, 22 anni – quel ruolo sarebbe stato coperto a lungo, messo in cassaforte.

La ‘vecchia signora' ci ha provato ma serviva giocare d'anticipo, avere liquidità/scappatoie/mosse di mercato con meno paletti/tempo a disposizione per contrastare l'offerta del Paris Saint-Germain che ha esaudito tutte le richieste dell'agente, Mino Raiola, e dello stesso giocatore: 12 milioni netti a stagione per cinque anni (bonus compresi). I rossoneri s'erano fermati a 8 con l'aggiunta di una clausola rescissoria da 20 milioni in caso di mancata partecipazione alla Coppa. Nemmeno il fattore emozionale è bastato per trovare una soluzione: il congedo con stile di Paolo Maldini e una Juve incapace di affondare il colpo entrano nel corredo accessorio di rimpianti per non essere riusciti a trattenere uno dei più forti portieri del futuro.

Nessuno in Italia avrebbe mai coperto quelle cifre, nemmeno il club bianconero che, conti alla mano, ha visto le proprie risorse prosciugate dall'investimento fatto su Cristiano Ronaldo per vincere la Champions. Per un altro anno ancora, sempre che Jorge Mendes non trovi una soluzione adeguata e gradita, l'ex Real resta a libro paga con uno stipendio netto da 31 milioni. Le capriole contabili imperniate sulla leva delle plusvalenze non bastano più. Se il risultato è che dopo un triennio con CR7 in rosa la squadra ha rischiato addirittura di perdere la qualificazione è abbastanza semplice immaginare quale possa essere il riflesso a bilancio, reso più oneroso per la contrazione dei ricavi provocata dalla pandemia (113 milioni e rotti nel primo semestre 2020-21).

Effetto Ronaldo. Se la Juve s'è dovuta defilare non e (solo) per ‘colpa' del cinque volte Pallone d'Oro ma anche di una strategia che negli ultimi anni ha visto sovraccaricare il parco tesserati di giocatori pagati tanto (Rabiot, Ramsey e il loro ingaggio da 7 milioni oltre ai 4 di Bernardeschi) e con un ritorno deludente in termini sportivi e di prestazioni. Una strategia che ha lasciato situazioni irrisolte, una su tutte: il rinnovo di Paulo Dybala (stipendio attuale da 7.5 milioni) che ha il contratto in scadenza nel 2022 e dall'anno prossimo vedrà il proprio valore eroso. Anche il futuro dell'argentino non è del tutto definito nonostante le indiscrezioni lo vedano al centro del progetto di Allegri. Ecco perché, alla luce di tutto, prendere Donnarumma a quelle cifre avrebbe fatto saltare il banco. Un rischio che nemmeno la Juve può correre adesso.

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