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Da Sacchi a Prandelli, i tanti allenatori che hanno lasciato per lo stress

Cesare Prandelli si è dimesso da allenatore della Fiorentina a causa delle forti pressioni. L’ex c.t. non è il primo allenatore a dimettersi a causa del forte stress. Vent’anni fa la stessa cosa capitò anche al grande Arrigo Sacchi. Ma lo stress ha provocato le dimissioni di tanti allenatori importanti.
A cura di Alessio Morra
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Cesare Prandelli ha lasciato la Fiorentina. L'ex c.t. si è dimesso, ha salutato il club viola a causa delle troppe pressioni. Ha scritto una lettera molto bella, intensa, con parole sentite ha fatto capire che non ce la faceva più a continuare a correre veloce sulla giostra del pallone e per il bene della Fiorentina ha detto basta, perché la squadra deve salvarsi e deve farlo con un allenatore che può dare il cento percento.

Prandelli non è il primo allenatore a lasciare un club a causa del forte stress. La lista è lunga. Il mondo del calcio ad alti livelli va veloce, è un frullatore e tanti allenatori hanno preferito fermarsi, tra questi anche Sacchi.

L'addio di Sacchi, solo 22 giorni al Parma

Arrigo Sacchi con il Parma ha spiccato il volo verso una carriera strepitosa, nel 2001 decide di ritornare in sella, dice si al Parma, in squadra c'erano giocatori importanti e il progetto lo intrigava. Ma lo stress lo frenò. Durante una partita con il Verona si sentì male, era lo stress, dopo tre settimane da tecnico dei gialloblu disse basta. E da quel momento su una panchina non si è seduto più.

Le dimissioni di Orrico, Agroppi e Guidolin

Aldo Agroppi a causa dello stress lasciò di punto in bianco il Padova, tre mesi dopo l'ingaggio. Abbandonò la squadra mentre era in ritiro, non ce la faceva più, lo stress era forte, e si dimise. Della sua depressione ne ha parlato anche recentemente. Orrico si è dimesso nove volte, spesso ha lasciato perché non riusciva a rapportarsi bene con quella singola realtà, uno su tutti l'addio all'Inter nel 1992. Qualche anno fa si fermò anche Guidolin che disse: "Sono nel momento migliore della mia carriera ma sto soffrendo troppo lo stress, non so quanto resisterò".

Quando Conte lasciò la Juventus

Nell'elenco va inserito anche Antonio Conte che a sorpresa lasciò la Juventus nel luglio del 2014. Una sorpresa assoluta, furono spiazzati anche i calciatori. Anche se nelle settimane precedente il tecnico manifestò alla società tutte le sue difficoltà: "Vi rimetto il mio contratto, sono stanco, non dormo più. Però siccome ho ancora un anno, se voi ci tenete, continuo". Il rinnovo non arrivò, ma poi forse anche a causa di alcune frizioni Conte diede le dimissioni.

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Le dimissioni di Prandelli ai tempi della Roma

Prandelli aveva lasciato la Roma nell'estate del 2004, da poche settimane aveva sostituito Fabio Capello. Una decisione dettata dalla malattia della moglie Manuela. Quando si dimise disse: "Mi sto facendo divorare dalla pressione, ho bisogno di prendere del tempo per me".

I casi di Luis Enrique e Guardiola

Il tecnico spagnolo lasciò la nazionale quando scoprì che la figlioletta era malata, diede ufficialmente l'addio al ruolo da c.t., poi pochi mesi dopo la morte della bimba accettò l'offerta della federazione spagnola che lo ha rivoluto in panchina. Ma circa un anno prima aveva dato l'addio al Barcellona e si prese un anno sabbatico, perché doveva decomprimere come fanno i sub quando tornano in superficie dopo essere andati in profondità. Allo stesso modo agì Guardiola, dopo l'addio al Barcellona.

Quando Marco Giampaolo scomparì

Tutto un brillante avvio di carriera il tecnico abruzzese tornò in Serie B. Iniziò male il campionato con il Brescia e improvvisamente sparì, per tre giorni fu un introvabile, dopo qualche giorno avvertì la società a cui disse che era tornato a casa, nel suo Abruzzo, non voleva guidare più le ‘rondinelle' e voleva recupera un po' di tranquillità.

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