Da Londra a Firenze, tifosi contro Gattuso: “Uomo di m***a”
In meno di 48 ore Gennaro Gattuso è riuscito nell'impresa di litigare con la dirigenza della Fiorentina, farsi malvolere dai tifosi toscani che lo hanno definito "uomo di merda" (come indicato su uno striscione nei pressi del Franchi), sobillare – suo malgrado – la reazione dei supporter del Tottenham che non gli hanno mai perdonato il faccia a faccia un po' cafone con Joe Jordan, le frasi "sessiste, omofobe e razziste" per certe affermazioni del passato.
A Firenze s'è giocato buona parte della fama di allenatore tutto d'un pezzo. L'uomo vecchio stampo, al quale bastano una stretta di mano e una parola (due sono anche troppe…) per mantenere fede ai patti presi, s'è lasciato trascinare dal lato oscuro della forza. S'è sgonfiata pure l'epica del ‘ringhio' che usa (molto) bastone e (poca) carota nel rapporto con i calciatori che, se non s'impegnano abbastanza o come piace a lui, vanno sotto la doccia anzitempo.
Quando s'è diffusa la notizia che dietro la reticenza del tecnico e il contratto annullato con la Viola c'era (anche) lo zampino dell'ex bianconero, Fabio Paratici, è scoppiata la bufera. Lo avrebbe portato con sé a Torino per affidargli le sorti della Juve, ha fatto il possibile per consegnargli il timone del Tottenham sacrificando un accordo già chiuso con Paulo Fonseca. L'ex giallorosso aveva risolto anche gli ultimi adempimenti burocratici ma, al momento della firma, gli hanno strappato la penna di mano.
Non avevano fatto i conti con la posizione di assoluta intransigenza del popolo Spurs che, oltre a censurare gli aspetti più controversi come le sue sfumature sui diritti civili, l'opinione sulle donne nel calcio, i matrimoni omosessuali e quant'altro s'intreccia tra campo e realtà, gli ha rinfacciato di essere un allenatore scarso abbastanza da far giocare male le sue squadre. Una in particolare, il Napoli dal quale Aurelio De Laurentiis lo ha congedato con un tweet a metà tra il fastidio e il sollievo per essersi liberato di lui. "Salutami moglie e figli", scrisse il patron col quale era giunto ai ferri corti.
A Londra hanno accolto la notizia del suo possibile arrivo sulla panchina del Tottenham a mo' di ‘vade retro, satana'. Basta leggere la media dei commenti scritti di getto, con sdegno, sotto i post della società londinese sugli account ufficiali per comprendere perché, dinanzi a una sollevazione social di questo tipo, nelle stanze del club abbiano deciso di chiudere canale e contatti per guardarsi (ancora) intorno. Niente Pochettino. Niente Conte e le sue richieste eccessive, fuori dalla realtà. Niente Fonseca. Niente di niente. E molto rumore per nulla, fino a ritrovarsi senza né arte né parte in un ringhio.