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Da flop all’Inter a eroe in Libertadores: Gabigol paragonato a Zico, in Brasile tutti pazzi per lui

Gabriel Barbosa ha riscritto la storia del Flamengo con 11 trofei in 4 anni. Con 2 Libertadores vinte grazie ai suoi gol che lo hanno consacrato nell’Olimpo dei migliori. Ma il fallimento in Europa pesa per chi vuole essere un vero campione.
A cura di Alessio Pediglieri
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Gabriel Barbosa è il nome che in Brasile è tra i più popolari del momento, grazie alla vittoria nella finale di Copa Libertadores dove ha contribuito con un gol a far vincere il Flamengo. Un'apoteosi per l'attaccante verdeoro che si sta continuando a prendere la rivincita da quando ha lasciato il calcio europeo per far ritorno in Sudamerica. Dove è rinato Gabigol.

Bidone o campione? La domanda è lecita si sei guardano i numeri, ma il dubbio svanisce di fronte a quanto ha compiuto in questi tre anni e mezzo, da quando nel 2019 ha lasciato definitivamente la sua parentesi europea e ha deciso di tornare in Sudamerica dove, tra il calore e l'affetto del pubblico, è letteralmente rinato dimostrando di poter essere iscritto tra i fenomeni del calcio moderno.

Un tifoso del Flamengo con il tattoo di Gabigol, autentico idolo Fla
Un tifoso del Flamengo con il tattoo di Gabigol, autentico idolo Fla

Da quando ha deciso di tornare a casa, nel 2019, passando in modo definitivo al Flamengo – dopo una parentesi in prestito al Santos – Gabigol ha conquistato tre campionati Carioca consecutivi (2019, 2020 e 2021) oltre a due campionati brasiliani (2019, 2020). Poi una Coppa del Brasile nel 2022, due Supercoppe del Brasile (2020, 2021), due Coppe Libertadores (2019, 2022) e una Recopa Sudamericana (2020). 11 trofei in nemmeno 4 anni, un exploit che lo ha consacrato tra i più decisivi – e amati – brasiliani di sempre.

L'ultima Libertadores è stata il fiore all'occhiello, dimostrandosi decisivo nella finale tutta brasiliana contro l'Athletico Paranaense, segnando il gol che poi è risultato decisivo e che l'ha catapultato tra i migliori goleador verdeoro del torneo di tutti i tempi, con un totale di 29 reti che lo rendono ad oggi il più prolifico tra i brasiliani e nella top5 dei migliori marcatori. Ma non è una novità perché anche la prima Libertadores del 2019 col Flamengo portava il suo marchio di fabbrica: una doppietta in due minuti rifilata al River Plate.

Oggi, Gabriel Barbosa è un autentico idolo delle folle e leader di una squadra che lo ha consacrato in patria: prima di lui il Flamengo non vinceva il Brasilerao dai tempi di Adriano e prima di lui non vinceva la Libertadores dai tempi di Zico. Con lui, il Flamengo ha vinto 2 Libertadores, grazie ai suoi 3 gol in 2 finali. Il tutto, in attesa di affrontare l'avventura dei Mondiali in Qatar, qualora venisse convocato, per dimostrare di valere anche la ribalta internazionale.

La stessa che fallì miseramente nel 2016 quando, tra i clamori di un colpo di mercato da prima pagina, sbarcò all'Inter. Il resto è storia risaputa: in nerazzurro collezionò solamente 10 presenze, realizzando una sola rete contro il Bologna. Poi la parentesi al Benfica, in prestito, così come al Santos, fino alla cessione definitiva al Flamengo che fece felici tutti: Gabigol che da lì in poi rinacque e l'Inter che da quella vendita ricavò comunque una plusvalenza oramai insperata (di circa 2,5 milioni di euro).

Quella parentesi, però, pesa come un macigno nella carriera del 26enne brasiliano che ha fallito miseramente l'appuntamento con il calcio europeo. Che resterà per sempre un punto interrogativo sulla sua definitiva consacrazione a livello internazionale, da cancellare eventualmente con una convocazione nella Seleçao. Dove è stato convocato per la prima volta nel 2016 per poi essere "dimenticato" per i successivi 3 anni. Fino all'anno di grazia 2019 quando rivestì il verdeoro con cui ha contributo alla qualificazione in Qatar, dopo aver perso in finale la Copa America 2021.

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