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Cosa succede al Napoli se il Bari va in Serie A con De Laurentiis proprietario di entrambi i club

Le norme della FIGC non permettono a De Laurentiis di controllare Napoli e Bari con l’eventuale promozione in Serie A dei pugliesi. In quel caso, un club andrà ceduto 5 giorni prima dell’iscrizione. Salvo deroghe.
A cura di Benedetto Giardina
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Questa sera, il Bari si gioca la Serie A. Per conquistarla, però, non dovrà solo vincere i play-off di Serie B: serve un altro proprietario, e in tempi brevi. Brevissimi, stando a quanto previsto dalle norme della FIGC in caso di partecipazione multipla: cinque giorni entro il termine fissato per l’iscrizione, cioè cinque giorni prima del 20 giugno, fatto salvo per deroghe tutt’altro che improbabili.

Il controllo da parte della FilmAuro di Aurelio De Laurentiis, proprietario del Napoli, non sarebbe comunque concesso per due squadre nella stessa categoria. Attualmente, la doppia proprietà in campionati diversi è resa possibile da una deroga concessa ai tempi anche a Claudio Lotito per Lazio e Salernitana.

Ma così come Lotito ha dovuto cedere la Salernitana, De Laurentiis dovrà cedere il Bari. Con tempistiche chiare: immediate, se i pugliesi oggi dovessero vincere la finale dei play-off di Serie B contro il Cagliari; entro il 2028 a prescindere dalla categoria in cui militano le due società della “galassia” De Laurentiis.

Bari in Serie A, entro quando andrebbe ceduto

Le Norme Organizzative Interne della FIGC (da qui in poi: NOIF), all’articolo 16 bis, vietano espressamente ogni tipo di partecipazione multipla nel calcio professionistico. "Non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente ed affine entro il quarto grado".

Il fatto che alla presidenza ci sia il figlio di Aurelio, Luigi De Laurentiis, non cambia dunque il quadro. Proprio come tre anni fa a Salerno, dove formalmente la proprietà era divisa tra figlio (Enrico Lotito) e cognato (Marco Mezzaroma) del patron della Lazio. Se però entrambi hanno potuto rilevare due club pur possedendo quote di altre società di Serie A, è perché sia Salernitana che Bari sono state rifondate post fallimento e costituite ex novo, ripartendo dai dilettanti.

Il presidente del Bari, Luigi De Laurentiis, accanto al padre, Aurelio, patron del Napoli.
Il presidente del Bari, Luigi De Laurentiis, accanto al padre, Aurelio, patron del Napoli.

Risalendo la piramide del calcio professionistico fino alla massima serie, però, diventa inevitabile un conflitto di interessi. E la FIGC, che inizialmente aveva fissato il termine delle multiproprietà entro la stagione 2024/25, lo scorso luglio ha optato per una proroga fino all’inizio della stagione 2028/29. A meno che, ovviamente, le due società che hanno in comune lo stesso proprietario, non si ritrovino nella stessa categoria.

In quel caso, «i soggetti interessati dovranno porvi fine entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza». Questo, però, «fatti salvi i provvedimenti già adottati dal Consiglio Federale in base alla previgente formulazione dell’art. 16 Bis», che fino al 2020 prevedeva anche la possibilità di porre fine al controllo di due club entro 30 giorni se la violazione della norma è dovuta a «fatti non riconducibili alla volontà dei soggetti interessati». Come la promozione in Serie A, appunto.

Le prossime mosse di De Laurentiis

Il termine per presentare domanda di ammissione in Serie A è il 20 giugno. La versione più stringente della norma, quindi, darebbe tempo fino al 15 giugno, ovvero quattro giorni dopo la conclusione dei play-off di Serie B. Una data troppo vicina per poter pensare di avviare le trattative di cessione, ma da questo punto di vista, De Laurentiis sembra essersi portato avanti già da tempo.

Non è mai stato fatto mistero della volontà di vendere il Bari e non il Napoli, nell’eventualità di trovarsi con entrambi i club in Serie A. Anche se ci fossero intese da perfezionare con potenziali acquirenti, però, la prospettiva di un cambio di proprietà entro il prossimo weekend appare improbabile. Sempre che quella postilla delle NOIF, ovvero quei "provvedimenti già adottati dal Consiglio Federale", non riguardino appunto la posizione di De Laurentiis, che il 28 luglio si è impegnato "a rinunciare a qualsiasi azione legale" a seguito dello spostamento dei termini dal 2024 al 2028 per la cessione incondizionata di uno dei due club.

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Con la precedente normativa, le tempistiche per regolarizzare la posizione delle società controllate nella stessa categoria si dilatavano fino a 30 giorni dalla comunicazione alla FIGC, quindi orientativamente 30 giorni dall’avvenuta promozione in Serie A del secondo club. Calendario alla mano, dunque, questa interpretazione delle norme concederebbe a De Laurentiis fino all’11 luglio per concludere la multiproprietà.

Ma è un’interpretazione, appunto: la base è di cinque giorni entro l’iscrizione e in quel caso, per il Bari sarebbe una corsa contro il tempo. Risolvibile col “metodo” Lotito, ovvero con un blind trust, che non è mai stato formalmente vietato dalla Federazione. In quel caso, altro che 30 giorni: per la Salernitana, dopo la nomina dei due trustee, si arrivò fino alla notte del 31 dicembre. Stavolta, però, la Federazione vuole evitare un caso del genere.

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