Conte si sfoga nella notte: “Allora alzo le mani e mi arrendo, questa piazza è troppo per me”

Antonio Conte non si capacita, lo ripete ad ogni occasione possibile: secondo il tecnico del Napoli, molti non hanno capito bene la portata colossale dell'impresa calcistica che sta compiendo sotto il Vesuvio, con un ultimo passo che manca per consegnare al popolo partenopeo il quarto Scudetto della sua storia, il secondo in tre anni. Conte vorrebbe che tutti riconoscessero l'immane lavoro che ha fatto per ricostruire una squadra dalle macerie della disgraziata scorsa stagione, conclusa al decimo posto. Tanto più tra le difficoltà dovute ad assenze pesantissime e prolungate, come quelle dei vari Buongiorno (e del suo sostituto Juan Jesus che stava facendo benissimo), Neres, Lobotka, per non parlare della cessione di Kvaratskhelia a metà campionato, senza sostituirlo degnamente. "La rosa è ridotta all'osso", ha sibilato un Conte apparso sfinito, fisicamente anche lui prosciugato, sfogandosi in conferenza stampa quando ormai era notte al Tardini.
Il tecnico leccese sbotta quando sente parlare di sofferenza del Napoli nel riuscire a chiudere il discorso Scudetto, visti i due pareggi contro Genoa e Parma, e invita le persone con "onestà intettuale" a ricordare quali difficoltà abbiano affrontato gli azzurri quest'anno: "È stato molto complicato, fidatevi, è stato molto complicato, perché poi è sempre passato tutto per normale. I giocatori non c'erano, tu giocavi e nessuno diceva niente, chiaramente. Noi siamo stati zitti e non abbiamo detto assolutamente niente, non ci siamo mai lamentati, perché non ho mai voluto dare alibi ai calciatori. Abbiamo sempre cercato di trovare la soluzione, ma fidatevi, oppure andate a vedere benissimo da gennaio in poi quante soluzioni abbiamo dovuto trovare per arrivare alla fine ed essere a una giornata dalla fine con un punto in testa in classifica".
Lo sfogo di Conte dopo Parma-Napoli: "Cazzo, vuoi pure non soffrire?"
"Rosa ridotta, adesso ridotta all'osso – continua Conte sempre più infervorato – perché poi vengono a mancare dei giocatori. Oggi ci manca Lobotka, passa tutto in secondo piano. Neres è stato fuori, non so per quanto, Buongiorno il girone di ritorno l'ha fatto praticamente sempre fuori, e nessuno ha tirato mai in ballo questa situazione, né tantomeno io, perché non era giusto. Però, ogni tanto, bisogna anche usare il cervello e dire: ‘Ma questi stanno veramente raschiando il fondo dal barile e stanno ancora lì a rompere le palle a tutti'. Cioè, questo bisognerebbe fare".
Le parole successive dell'allenatore leccese chiariscono con chi ce l'abbia in particolare, bisogna cercare a Napoli e dintorni, tra media locali e tifosi, visto che parla di "questa piazza": "L'onestà intellettuale dovrebbe fare questo e non dire: ‘Sì, però, si soffre'… Cazzo, vuoi pure non soffrire? E poi ribadisco: due anni fa è stato vinto uno Scudetto in carrozza, in carrozza, in carrozza, con un'altra squadra, un'altra situazione, e non c'è stata sofferenza. Quest'anno stiamo andando… se uno non vuole neanche soffrire, ragazzi, io alzo le mani e m'arrendo. Dico: ‘Ragazzi, m'arrendo, è troppo per me, è troppo questa piazza'. Però mi arrendo dopo, eventualmente, domenica. Dobbiamo arrivare, adesso bisogna arrivare al traguardo, e i ragazzi lo sanno. Che dirò ai miei giocatori? Andiamoci a prendere lo Scudetto".