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Conte resta lucido dinanzi alla domanda più insidiosa sul Napoli: “No, non siamo pronti”

Gli azzurri hanno vinto la Supercoppa italiana, aggiungendo un altro trofeo allo scudetto della scorsa stagione. Ma il tecnico resta coi piedi per terra. “No, non mi sento di dire questo… sarei un bugiardo, non siamo ancora pronti per comandare”.
A cura di Maurizio De Santis
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Antonio Conte può sorridere, il suo Napoli ha vinto con pieno merito la finale di Supercoppa italiana battendo quel Bologna che in campionato gliele aveva date di santa ragione. Ha rimesso le cose in chiaro e a posto, aggiunto un altro pezzetto di trionfo allo scudetto della passata stagione. Ma quando in diretta tv a Mediaset gli fanno una domanda insidiosa il tecnico resta lucido e fa una smorfia che anticipa la sua risposta. "Si può dire che Napoli comanda?", è il quesito del giornalista. L'allenatore salentino stoppa sul nascere qualsiasi volo pindarico, resta coi piedi per terra. "No, non mi sento di dire questo… sarei un bugiardo, non siamo ancora pronti per comandare. E non siamo nemmeno vicini a una cosa del genere".

Anzi, Conte ne approfitta per fare considerazioni molto realistiche. Nelle sue parole non c'è riferimento alla lotta scudetto, che pure resta serrata vista i rapporti di forza tra le prime quattro (e la Juve quinta che s'è riavvicinata pericolosamente), ma al traguardo che per i club (non solo partenopeo) è fondamentale per alimentare gli introiti e gli investimenti, il brand e l'appeal: ovvero qualificarsi anche per a prossima edizione della Champions. Di qui a dire che il Napoli è molto più vicino a Juventus, Milan e Inter o, addirittura, che può svettare su di loro ce ne passa… E Conte lo dice con estrema sincerità quando ricalca il concetto del "non siamo neanche vicini" articolando meglio la risposta.

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"L'anno scorso abbiamo vinto con una rosa molto ridotta – ha aggiunto Conte -, quest’anno abbiamo inserito tanti giocatori e non siamo pronti per comandare. In questo periodo in campionato dobbiamo stare quanto più attaccati alla zona Champions, quei quattro posti saranno molto difficili da conquistare".

Chi vince festeggia… chi perde in pochi lo ricordano. Conte lo aveva detto alla vigilia dell'incontro e lo ribadisce anche adesso che ha alzato il trofeo e ha la medaglia al collo. "Non dimentichiamo che due anni fa il Napoli aveva perso in finale di Supercoppa contro l'Inter e in pochi se ne ricordano. Sappiamo tutti benissimo che nel calcio conta chi vince, nessuno va a guardare chi era la finalista. Lo dice uno che ne ha perse tante di finali, cinque, e quelle sicuramente mi hanno reso molto cattivo…".

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Da studio c'è Massimo Mauro che menziona le prodezze di Neres come decisive per il successo. Conte precisa: "Però se vai a vedere quante situazioni abbiamo creato in cui potevamo fare tanti gol… stasera abbiamo fatto una grande partita sotto tutti i punti di vista ma peccato in cinismo. Il primo gol è la prodezza di un campione, le altre situazioni sono create da cose studiate ad arte per mettere in difficoltà il Bologna".

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