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Come sarebbe il Napoli senza Gattuso? Opzione 1: il ritorno di Mazzarri

Abbiamo provato a immaginare gli azzurri in campo con il 3-4-2-1 o col 3-5-2, i due moduli “più cari” al tecnico toscano.
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A cura di pietrodimajo
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L’ennesima sconfitta rimediata ieri a Bergamo dal Napoli di Gennaro Gattuso, pare abbia lasciato il segno. Se non tra i calciatori azzurri, che “resistono” nell’apparire molto solidali con chi oggi siede in panchina, certamente tra le fila dei sostenitori partenopei, che per le strade della città e sui social networks invocano a gran voce l’esonero del tecnico calabrese. Il pesante k.o. contro l’Atalanta (2-4) ha ulteriormente complicato la classifica degli azzurri, attesi adesso dalla decisiva sfida con il Granada al “Maradona” (andata 0-2), che stabilirà chi accederà al secondo turno ad eliminazione diretta dell’Europa League 2020-2021.

Qualora le cose non dovessero andare per il verso giusto giovedì sera e l’operazione “remuntada” dovesse fallire, ecco che Aurelio De Laurentiis potrebbe decidere di dare una svolta. A quel punto, infatti, al Napoli resterebbero da giocare “soltanto” 16 gare in poco meno di tre mesi (tutte di campionato), sino al termine della stagione: 23 Maggio 2021. Il “doppio impegno” svanirebbe quasi del tutto, con sole tre o al massimo quattro settimane in cui gli azzurri sarebbero chiamati a giocare anche nei giorni centrali della settimana. Tradotto in soldoni? Qualora arrivasse un allenatore nuovo… avrebbe il tempo per lavorare, senza tutte le difficoltà legate al dover giocare sempre ogni tre giorni.

Ed ecco che allora abbiamo provato a lavorare un po’ di fantasia (ma neanche troppo), certamente forzando un po’ la mano e accelerando tempi che forse non verranno mai. Come? Immaginando come il Napoli potrebbe affrontare queste 16 gare che resterebbero a partire da giovedì, se a guidarlo fosse Walter Mazzarri, Rafa Benitez o Maurizio Sarri. Limitandoci, dunque, ai tre allenatori che sono stati accostati il maggior numero di volte alla panchina azzurra. E ipotizzando, ovviamente, che ai suddetti non manchi l’opportunità di utilizzare l’intera rosa. In questo primo articolo, partiremo dall’ipotesi che vedrebbe tornare “in sella” a questo stallone che sembra indomabile, comunemente chiamato Napoli, l’ex Inter e Sampdoria, Walter Mazzarri.

L'ipotetico (rivoluzionario) Napoli di Mazzarri, versione 2021 – la certezza del passaggio alla difesa a tre e del cambio di modulo: 3-4-2-1 o 3-5-2?

L’avvicendamento (tra i tre ipotetici), che più rappresenterebbe uno stravolgimento radicale rispetto alle condizioni attuali, sarebbe certamente quello che vedrebbe tornare Walter Mazzarri a osservare il Vesuvio più da vicino. Il tecnico toscano, infatti, si separerebbe dalla sua amata difesa a tre con lo stesso entusiasmo con cui Paperon de’ Paperoni rinuncerebbe al suo cilindro. Per il Napoli sarebbe una vera e propria rivoluzione. E allora proviamo a immaginare due ipotetici “undici”, schierandone uno col 3-4-2-1 (quello di Marek Hamsik ed Ezequiel Lavezzi alle spalle di Cavani, con Maggio e Dossena sulle fasce, per intenderci)  e uno con il (pur simile) 3-5-2, che ricordi quello con il centrocampo a tre, con Valon Behrami in mezzo (a fare da “schermo” protettivo davanti alla difesa) e due mezzali offensive ai suoi lati: il prolificissimo Hamsik e poi quel Blerim Dzemaili che, con i suoi inserimenti in zona-gol, si rivelò importantissimo per la causa.

Le due "varianti" (3-4-2-1 e 3-5-2) e la costante: sulle fasce si attacca 

Nel primo caso, immaginiamo un Napoli “odierno” schierato così (3-4-2-1): Meret; Manolas Maksimovic Koulibaly; Di Lorenzo Demme (Lobotka) Bakayoko Ghoulam; Insigne (Zielinski) Lozano; Osimhen.

In porta andrebbe, probabilmente, Meret: Mazzarri non è certamente un amante della cosiddetta costruzione dal basso. Ricordate il lancio, quasi in stile rugby e teso a guadagnare metri, che gli azzurri facevano per Christian Maggio? Ecco, se oggi fosse Meret a interpretare quel canovaccio, con Di Lorenzo nella posizione di ricevente (ci scuseranno gli amici del volley per il termine preso in prestito)… non ci stupiremmo. Per quanto concerne il pacchetto arretrato, la scelta sarebbe quasi obbligatoria: Manolas – Maksimovic – Koulibaly. Col greco e il senegalese a fungere da “braccetti” (marcatori), vista la loro rapidità e capacità nell’anticipo, e l’ex Torino a impostare, quasi da “libero” vecchio stampo (un po’ alla Paolo Cannavaro per intenderci). Sulle fasce, a metà campo, troverebbero certamente posto Ghoulam e Di Lorenzo (più che Mario Rui ed Hysai, meno portati ad attaccare), entrambi capaci di arrivare in zona-gol per rifinire o concludere, peraltro con caratteristiche molto simili a quelle che avevano Dossena e Maggio nell’edizione “reale” del Napoli di Mazzarri. Il mancino, così come l’algerino oggi, era più propenso a dare ampiezza per poi rifinire, con i suoi cross liftati. Il veneto, che ha vestito l’azzurro a lungo, era invece più associabile a Di Lorenzo, con la sua capacità di arrivare a chiudere l’azione sul secondo palo, la sua forza fisica, la sua capacità aerea e la sua impressionante corsa.

Venendo alla composizione della parte centrale del centrocampo, ecco che avremmo le due “varianti”. E anche qui ci scusiamo per il termine scelto, per i pensieri che evoca. Il 3-4-2-1 e il 3-5-2 di Mazzarri, fondamentalmente, erano piuttosto simili, ma con delle piccole (ma rilevanti) differenze. Nel primo atteggiamento tattico, infatti, Hamsik agiva praticamente con Lavezzi alle spalle di Cavani, seppur con compiti diversi dall’argentino: “Hamsik è uno dei 9 giocatori chiamati a sacrificarsi perché gli altri due davanti (Pocho e Matador, ndr) possano essere più liberi di giocare senza preoccuparsi troppo della fase difensiva” diceva l’allenatore toscano. Che poi i due davanti, Cavani e Lavezzi, si sacrificavano eccome. Ma questa è un’altra storia…

3-4-2-1 o 3-5-2 cosa cambia nella zona nevralgica del campo?

Tornando alla posizione di Hamsik, ecco che nel 3-5-2 mazzarriano, lo slovacco agiva in quella che forse è per lui la posizione più consona, da mezz’ala. Con tanto spazio davanti, potendo inserirsi da dietro, ricevendo palla sempre fronte alla porta e mai con le spalle rivolte alla stessa. Una posizione che, nel Napoli di oggi, ricoprirebbe probabilmente Zielinski. Il quale potrebbe, a sua volta, “alzarsi” per agire da trequartista nel 3-4-2-1. E lo stesso potrebbe fare Fabian Ruiz, anche lui certamente più a suo agio negli ultimi metri che nei pressi della propria area di rigore. Lo spagnolo, forse, potrebbe trarre grandi benefici dal cambio di guida tecnica. Al centro, invece, nel 3-4-2-1 troverebbero spazio Demme e Bakayoko, mentre nel 3-5-2 ecco che il francese potrebbe essere preferito al tedesco, con due mezzali offensive ai lati. Questione di peso, centimentri, forza fisica, capacità di proteggere la difesa. Ricordate la funzione di Behrami nel Napoli di Mazzarri? Ecco, il colosso d’ebano agirebbe con quelle mansioni o giù di lì.

Le due opzioni offensive: Lozano-Insigne, in due per una maglia?

In attacco, ricordando che il tecnico toscano preferiva inserire sempre un centrocampista (Hamsik, quello che si sacrificava per la libertà altrui) nei due alle spalle della punta, nel 3-4-2-1 ci immagineremmo sempre presente uno tra Fabian Ruiz e Zielinski, con Lozano (più che Politano) o Insigne e Osimhen, più che Petagna. Con questa soluzione, infatti, il messicano garantirebbe l’ampiezza che forniva Lavezzi (di piede destro), cosa che non potrebbe fare Politano, un mancino che parte da destra per convergere al centro.  Il posto sia per Insigne che per Lozano, però, potrebbe mancare. Cosa che andrebbe comunque verificata, vista la grande disponibilità al sacrificio del sudamericano, dettata anche dalle sue capacità muscolari.

Qualora la scelta ricadesse invece sul 3-5-2, ecco che Fabiàn e Piotr scalerebbero a mezzali offensive, contemporaneamente in campo con Bakayoko (più di Demme) al centro, a protezione dei loro inserimenti. Davanti, accanto a Osimhen, che sarebbe certamente preferito a Petagna per la sua capacità sia di far salire la squadra venendo incontro che di darle profondità con i suoi scatti in verticale, troverebbe posto solo uno tra Lozano e Insigne. Col primo, forse, favorito. Sempre perché più adatto a ripiegare e soprattutto a “strappare”, ripartendo in contropiede.

Ecco che allora, col 3-5-2 di Mazzarri, il Napoli potrebbe andare in campo così: (3-5-2): Meret; Manolas Maksimovic Koulibaly; Di Lorenzo Fabiàn Bakayoko (Demme) Zielinski Ghoulam; Lozano (Insigne); Osimhen.

Presidente ci fai un pensiero?

Due soluzioni, quelle che potrebbe adottare il toscano, che andrebbero a costituire un chiaro taglio col passato, uno stravolgimento totale. Chissà che non sia quello di cui il Napoli necessita oggi. Allora, Aurelio, ci fai un pensiero?

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