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Chiellini: “Ho giocato l’ultima finale con punture e antidolorifici, oggi non riesco più a correre”

Giorgio Chiellini ha raccontato come ha vissuto il suo ultimo anno a Los Angeles prima dell’addio al calcio. Un periodo, soprattutto nell’ultima parte, trascorso tra diversi guai fisici: “Ho giocato la finale con punture e antidolorifici. Ora non riesco più a correre”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Del futuro di Giorgio Chiellini se n'è parlato abbastanza dopo il suo addio al calcio giocato. L'ex difensore della Juventus si trasferì negli Stati Uniti proprio dopo l'addio ai bianconeri giocando con i Los Angeles FC. Un anno da calciatore per lui e ora il ruolo da collaboratore tecnico sempre nel club statunitense. E dalla stessa Los Angeles l'ex centrale e capitano della Juventus ha rilasciato una lunghissima intervista al podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli. Tante le tappe della carriera ripercorsa tra passato, presente e futuro.

L'addio al calcio per Chiellini sembra essere stato quasi una fortuna, specie per quanto accaduto prima della sua ultima partita in carriera, ovvero la finale della MLS Cup: "Avevo già deciso di ritirami nell'ultimo allenamento della mia carriera e il giorno prima ho avuto un infortunio al ginocchio e ho giocato – spiega -. Scesi in campo con antidolorifici, punture al ginocchio e bendaggi particolari. Ora non riesco a fare attività fisica, non riesco a correre o a giocare a tennis perché il ginocchio si gonfia, penso che dovrò operarmi". Gli ultimi periodi di Chiellini tra infortuni e problemi fisici di vario genere erano stati davvero difficili: "Gli altri giorni, a parte la partita che riuscivo a giocare, era diventati quasi una sofferenza per fastidi vari che non un piacere".

Chiellini con la maglia dei Los Angeles FC.
Chiellini con la maglia dei Los Angeles FC.

I problemi fisici hanno caratterizzato la parte finale della carriera di Chiellini

Il centrale ex bianconera sottolinea ancora: "Dovrò farmi una risonanza al ginocchio". I guai fisici che l'hanno accompagnato a chiudere la sua carriera lo hanno dunque tormentato e anche per questo motivo chiudere col calcio giocato è stato un sollievo: "L'ultimo anno mi allenavo 3 giorni più la partita di cui 2 di questi 3 giorni d'allenamento svolti sempre al minimo, in maniera parziale perché non riuscivo a recuperare". Ma Los Angeles è stata comunque un'esperienza che Chiellini di certo non ha dimenticato, specie per l'impatto avuto con lo spogliatoio.

"Una delle cose più difficili qui è stato conoscere i miei compagni – ha raccontato -. E così tutto il mese precedente ho studiato i loro modi, le loro caratteristiche, così come gli avversari e questo credo che abbia fatto la differenza". Aveva conquistato la squadra fin da subito: "Rimasero sorpresi del fatto che conoscessi tutti e così ho trovato immediatamente un'altra famiglia". Nessun dubbio poi sul fatto di voler smettere col calcio giocato: "Se decidi di smettere la vivi meglio ma se per qualche motivo ti fanno smettere non la vivi bene". 

Vialli e Mancini con l'Italia.
Vialli e Mancini con l'Italia.

Il ricordo di Gianluca Vialli e quell'aneddoto legato alla Nazionale

Tra i suoi ultimi successi in carriera c'è stata soprattutto la Nazionale Italiana con quel successo agli Europei contro l'Inghilterra. Qui Chiellini ricorda soprattutto Gianluca Vialli e le sue lezioni di vita data a tutto il gruppo azzurro: "Gianluca aveva una leadership innata ed insieme a Mancini perfetti perché Roberto era l'allenatore ma a lui potevi dargli il ruolo che volevi, aveva la capacità di entrare nel cuore". Chiellini racconta: "Sapeva sia fare il discorso motivazionale che andare in leggerezza quando vedeva che la squadra era troppo carica e testa".

Chiellini poi si sofferma su Vialli e racconta un aneddoto: "Una volta parlando con lui gli dissi che avrei voluto giocare il Mondiale tra un anno e mezzo e lui mi disse: ‘anch'io'. A quel punto io…". Chiellini si blocca, è un momento molto toccante, poi continua nel suo racconto: "Lui ha saltato le feste per le celebrazioni della Nazionale a Roma perché pur di stare vicino alla squadra ha posticipato le cure da fare a Londra e così dopo la vittoria è rimasto lì. Tu pensa quanta voglia avrebbe avuto per festeggiare con noi…"

Le esperienze alla Juventus tra Conte e Cristiano Ronaldo

Nazionale ma soprattutto Juventus nella sua carriera. Una società con cui ha condiviso tanto e che gli ha dato la possibilità di dividere lo spogliatoio da capitano con Cristiano Ronaldo. "Fu un'occasione unica – spiega – Ho avuto modo di apprezzarlo, lui è una multinazionale che nel gruppo sa stare bene ma non è come gli altri perché non può essere come gli altri. A tutte le cene di squadra non è mai mancato ma di certo non puoi chiedergli di fare un aperitivo in centro alle 7 del pomeriggio perché vive un'altra realtà".

Un'esperienza incredibile quella vissuta al fianco del campione portoghese: "È rispettoso, maniacale nella cura del proprio corpo e se i tuoi obiettivi sono in linea con i suoi stai a cavallo – aggiunge – Mi ha impressionato nel primo anno mostrando personalità nelle partite di Champions e in quelle più difficili, voleva spaccare il mondo e dimostrare che era più forte lui del Real Madrid". Sul perché la Juventus non avesse vinto in Champions con Ronaldo ha aggiunto: "Lui era la ciliegina sulla torta ma aveva bisogno di una torta un pochino più grande…". 

Chiellini e Cristiano Ronaldo insieme alla Juventus.
Chiellini e Cristiano Ronaldo insieme alla Juventus.

Alla Juventus però è stato anche uno dei pilastri della rinascita bianconera targata Antonio Conte. "Ero uno dei suoi soldati, è una persona che ti entra dentro e ti fa vivere una realtà diversa – racconta – Tu sei pronto a morire per lui, ma è tosta, tostissima, ti richiede tanto a livello di attenzione e sforzo fisico però ti convince perché ti dimostra che poi funziona in campo e fuori dal campo e per questo dai tutto per lui".

Chiellini si aspetta di vederlo presto di nuovo in panchina: "Credo che si sia riposato abbastanza (ride ndr), alla Juve aveva dato regole quando è arrivato facendole rispettare creando basi solide per la vittoria e Allegri da lì ha migliorato ancora la squadra". Poi una significativa considerazione e punto di vista sugli scudetti vinti: "Nove scudetti di fila sono irripetibili – ha spiegato – ma è stato possibile anche grazie a Inter e Milan che in quegli anni erano un po' in difficoltà. Pensa che non si festeggiavano neanche più gli scudetti e quelli fu la parte più brutta…".

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