Chi è Lois Openda, il nuovo attaccante multi-ruolo della Juve “complice” dell’infortunio di Bremer

Classe 2000, nato in Belgio da padre congolese e madre franco-marocchina, chi è Lois Openda, il nuovo giocatore della Juventus. I primi passi nel mondo del calcio nelle giovanili dello Standard Liegi, dopo un provino andato male viene ingaggiato e comincia la sua avventura nel mondo dei grandi. Sempre in Belgio, ma con una maglia diversa, arriva l'esordio tra i professionisti, più precisamente nel 2015 con il Club Brugge. Da quella data una scalata continua a suon di gol, prestazioni sempre migliori che lo portano prima in Olanda con il Vitesse, poi in Francia con il Lens, infine in Germania con il Lipsia. Ultima tappa prima di approdare in Italia dove vestirà la maglia della Juventus. Nonostante i soli 25 anni, Openda ha già collezionato esperienze in alcuni dei campionati più prestigiosi d'Europa, oltre ad aver sentito da protagonista gli inni di Champions, Conference ed Europa League. Dopo il mancato arrivo di Kolo Muani, i bianconeri hanno puntato tutto sul gioiello belga, per lui un prestito con obbligo di riscatto determinato da alcune condizioni e fissato a 40 milioni.
L'infanzia di Openda tra problemi respiratori e patatine
Secondo i medici non sarebbe dovuto essere stato in grado di correre, eppure a oggi Openda sembra stupire per il suo costante pressing e la velocità in accelerazione. I primi anni di vita li ha passati nell'ospedale di una città vicino Liegi, dove era in cura per problemi asmatici, secondo l'equipe dell'ospedale le condizioni gravi avrebbero potuto minare la sua capacità di fare sport. Dopo essere guarito ha stupito tutti e si è innamorato del calcio, cominciando a giocare in una piccola squadra di paese. Il talento era evidente, tanto che sia gli allenamenti sia le partite erano contro ragazzini più grandi di lui. La differenza fisica non ha però fermato Openda che grazie alla sua prolificità ha cominciato a barattare patatine e bibite in cambio di gol. I problemi e le giornate in ospedale diventano solo un ricordo quando viene convocato dal Liegi per un provino. Viene definito ancora troppo immaturo, sebbene le qualità ci siano e il Liegi decide di tirarsi indietro. Un profilo come il suo non può, però, passare inosservato, e al secondo tentativo viene preso dalla squadra della sua città. Nel 2015 il primo vero contratto, resta in Belgio ma si allontana molto da sua madre, il suo unico punto di riferimento fino ai 20 anni, arriva a Brugges, dove però incontra le prime difficoltà. Il mix tra lontananza da casa e il periodo di adattamento portano il giovane attaccante sul punto di voler lasciare tutto, sarà ancora una volta la madre a convincerlo trasferendosi lì insieme a lui. Confortato dagli affetti più cari può concentrarsi sul calcio, 13 e 24 gol nelle prime due stagioni in prestito in Olanda, poi la chiamata dalla Francia dove mette a segno 21 gol in 38 presenze. Gli basta un anno per convincere il Lipsia a portarlo in Germania, due anni e 41 gol totali.

Il ruolo di Openda nella Juventus di Tudor
Per caratteristiche è abituato a ritrovarsi spesso a tu per tu con il portiere, a pressare alto e a sfruttare al meglio le situazioni di contropiede grazie alla sua velocità. Nella Juventus di Tudor c'è un giocatore molto simile a lui appena arrivato dal mercato: Jonathan David, ci sarà da capire come potranno coesistere in uno schema che fino a ora ha visto l'utilizzo di una sola punta: nelle ultime due di campionato l'alternanza Vlahovic – David è stata siglata da una sostituzione e i due non hanno condiviso il campo. Grazie alle sue acclerazioni e alla capacità di insidiare l'area, Tudor potrebbe utilizzarlo come esterno d'attacco alto, un ruolo simile a quello di Conceicao e Yildiz. In quella posizione le due ali sembrano però inattaccabili e potrebbe contendersi una maglia da titolare senza averne la certezza. Anche se non dovesse partire dal primo minuto, Openda potrebbe comunque fare bene da subentrato e la tattica bianconera potrebbe essere proprio quella di stupire le difese stanche con sfruttando la sua velocità dalla panchina. Alla Juventus ritrova un suo vecchio rivale, Gleison Bremer. I due si erano affrontati in Champions e il difensore brasiliano aveva avuto la peggio riportando una lesione al crociato dopo un duello con il belga.