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Chi è Désiré Doué, predestinato di 19 anni del PSG che ha distrutto l’Inter in finale di Champions

Dal Rennes al Paris Saint-Germain, a 19 anni ha bruciato le tappe della carriera. “Mi ispiro a Neymar”, ha confessato il ragazzo che Luis Enrique ha trasformato in arma letale cucendogli addosso un ruolo perfetto le sue caratteristiche, che ne salta le qualità. Non ha sponsor, è lontano dal gossip, vuole solo vincere.
A cura di Maurizio De Santis
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Désiré Doué. È il nome che rimbomba nella testa dei calciatori dell'Inter. E toglie loro il fiato come fosse un incubo. Quello vissuto dai nerazzurri in finale di Champions è a occhi aperti. A 19 anni c'è il suo nome in calce alla vittoria del Paris Saint-Germain: la doppietta realizzata tra primo e secondo tempo è stata esiziale. Un testa da vecchio (per la personalità da veterano mostrata) su un corpo giovane (quanto a dinamismo e a fame di successi), definizione che descrive in pieno cosa è stata la serata di Monaco di Baviera per il "ragazzo" cresciuto nel Rennes (dal quale è stato acquistato per 50 milioni circa) che il tecnico spagnolo ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Ha scovato talento in quell'esterno d'attacco rapidissimo, lo ha allevato, l'ha messo in condizione di esplodere. E ha avuto (anche) ragione schierandolo dall'inizio nell'incontro più importante della stagione.

Un investimento importante, considerate le potenzialità messe in mostra. Un investimento, quello fatto nell'estate 2024, che testimonia anche la netta inversione di marcia del club capitolino sul mercato: non più stelle costose e capricciose ma giovani di prospettiva da incastonare all'interno di un progetto tattico. Una mossa che ha pagato.

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Chi è Désiré Doué, nel PSG ha coronato "il sogno di una vita"

Cresciuto nel settore giovanile dello Stade Rennais, Doué ha fatto il suo debutto in prima squadra nel 2022 a soli 17 anni: è diventato il primo giocatore nato nel 2005 (ad Angers) a segnare in uno dei cinque principali campionati europei, particolare ulteriore che gli ha permesso di impressionare per maturità e tecnica. In due stagioni ha raccolto 57 presenze e 7 reti in Ligue 1. È esploso anche nelle Coppe sempre in quello stesso anno: ha segnato il gol della vittoria per il Rennes contro la Dinamo Kiev in Europa League, rete che ha fatto di lui il più giovane marcatore francese in una competizione continentale (17 anni, 4 mesi e 4 giorni). Il Psg ha deciso di puntare forte su di lui e per lui è stato il coronamento di un sogno.

In un'intervista ammise: "Ho sempre amato il PSG perché è il più grande club francese. È un club che fa sognare e io seguo questo club da sempre". Il calcio per Doué è affare di famiglia: suo fratello Guéla Doué e i cugini Yann Gboho e Marc-Olivier Doué sono calciatori professionisti.

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Dal Rennes al PSG, è considerato l'erede di Neymar

Tre trofei in Francia più quello bellissimo della Champions. Nel poker d'assi che il tecnico iberico ha tra le mani c'è anche la figura di Doué, autore quest'anno di ben 15 reti, di cui 5 in Champions (due, pesantissime, quelle contro l'Inter a Monaco di Baviera). La finale in Germania è la consacrazione, la ciliegina sulla torta di una stagione (2024-2025) che l'ha visto spiccare anche nella nazionale olimpica francese (argento ai Giochi 2024) e poi un anno dopo avere anche la grande soddisfazione della convocazione in nazionale maggiore.

Si presentò in ritardo in ritiro ma il ct, Deschamps, lo perdonò dicendogli: "Altri ti avrebbero mandato a casa". A Parigi, considerato il suo modo di stare in campo, è stato spesso paragonato a quello di Neymar, uno dei suoi idoli. "Mi ispiro a lui", ha detto più volte. Ma è di tutt'altra pasta rispetto al brasiliano di cui, però, ha nel sangue la capacità del dribbling e una grande fantasia.

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Velocità impressionante, freddezza da veterano

Luis Enrique s'è rivelato l'allenatore ideale per Doué. Parigi la piazza nella quale la congiuntura astrale e l'allineamento dei pianeti gli hanno consentito di esplodere. Tra le fila del PSG indossa la maglia numero 14. L'ala destra è il suo terreno di caccia, interpreta il ruolo di esterno d'attacco forte dell'essere ambidestro, dotato di un dribbling perfetto, di intelligenza tattica per il modo in cui agisce anche tra le linee, di visione di gioco e fiuto (oltre che precisione) per gli assist e, soprattutto, di una velocità che lo rende letale. Secondo alcune stime durante le partite, Doué ha raggiunto una velocità massima di 32,85 km/h, con una media di 30,71 km/h. Manca un'ultima cosa, la freddezza del veterano: l'ha esibita in Champions contro il Liverpool, segnando il rigore decisivo che ha eliminato gli inglesi.

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Vita privata da "bravo ragazzo", non ha sponsor tecnici

Nonostante il successo e la popolarità, Doué è rimasto sempre lo stesso. Almeno finora. La vita privata è "normale", niente eccessi né chiacchiericcio da gossip. È concentrato solo sul calcio e sulla carriera, non vuole distrazioni né le cerca. Viene raccontato come "casanier" (casalingo) da fonti vicine al PSG, preferisce trascorrere il tempo libero con la famiglia e gli amici stretti, tenendosi alla larga dalla movida. I soldi? Non ha ancora firmato un contratto con un marchio di abbigliamento sportivo che lo sponsorizzi.

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