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Buffon benedice Di Maria-Juve: “In Italia è come Maradona, puoi solo farti il segno della croce”

Il portiere 44enne del Parma ha elogiato con grandi parole il suo ex compagno di squadra al PSG per doti tecniche e caratteriali, consigliandone a gran voce l’acquisto e augurandosi che la sua ex Juventus affondi il colpo.
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A cura di Enrico Scoccimarro
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Per avere conferme sulle qualità di un calciatore non c'è niente di meglio che affidarsi a ciò che i campioni dicono su altri campioni. Tra offerte di ingaggio, proposte di contratto annuali o biennali e attese che stanno facendo fermentare l'ansia dei tifosi juventini, oggi intanto su Di Maria è intervenuto uno che lo ha conosciuto perché ci ha giocato insieme e che, soprattutto, conosce più di chiunque altro la Serie A: Gianluigi Buffon. L'attuale portierone del Parma, che ha giocato al Paris Saint-Germain con l’argentino nel 2018-19, ha avuto giusto il tempo di apprezzare il talento del "Fideo" e ha voluto dare un opinione personale in un'intervista alla Gazzetta dello Sport.

"Ha tecnica da vendere, dote che manca nel nostro campionato. Segna e può giocare in più ruoli" dice chiaramente Buffon, che però vuole subito rincarare la dose pesantemente: "Di Maria, in questo momento, nel campionato italiano è come Maradona. Mi sono spiegato?".  Netta l'investitura del campione del mondo 2006 sul tema caldissimo degli ultimi giorni del mercato bianconero: questa anche per il fatto che, quando il quarantenne Superman decise di fare un’esperienza all’estero dopo 17 anni consecutivi di Juventus, Di Maria era una stella di quel Psg. Lo confermano gli stessi numeri: 43 presenze e 19 gol. Con un esordio da applausi: doppietta al Monaco nella sfida per la Supercoppa di Lega francese, il 4 agosto 2018, proprio con Buffon in porta. "I giocatori vanno valutati pensando al contesto in cui devono agire. Oggi la Serie A si è impoverita a livello tecnico, questo è fuori di dubbio- sottolinea il portiere – Angel salta l’avversario con una facilità impressionante, è decisivo sotto porta, è bravo negli assist, corre per tutto il campo. In poche parole: è un giocatore di calcio".

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E se per caso qualcuno avesse dei dubbi legati alla sua età, chi meglio di Gigi Buffon può testimoniare il rapporto tra stato fisico e anagrafico: "Ha già 34 anni? Se per questo io ne ho 44 e gioco ancora. L’età non conta, hanno molta più importanza le motivazioni, la passione che si mette nel lavoro, la determinazione. Se Di Maria decide di fare la scelta di trasferirsi in Italia, alla Juve, significa che è pronto per farlo". E anche sul carattere, il recordman di presenze in Serie A assicura: "Stiamo parlando di un professionista esemplare, oltre che di un bravissimo ragazzo, uno che non molla un centimetro, uno che lotta non soltanto in partita ma anche in allenamento. E a questo temperamento battagliero unisce qualità tecniche davvero incredibili. Ripeto: nella Serie A di oggi sarebbe come Maradona".

Ma per gli elogi sul Fideo Buffon è un fiume in piena, facendo riferimento anche alla recente sfida tra Italia e Argentina a Wembley: "Sembrava un funambolo, non lo prendevano mai. Ha la capacità di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Più che stoppare il pallone, quando lo riceve, lui lo accarezza. E poi parte e il pallone gli rimane incollato al piede. Pazzesco. Per un portiere che se lo vede arrivare davanti non resta che una soluzione: farsi il segno della croce".

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C'è poi da evidenziare l'aspetto della visione collettiva sulle qualità del calciatore che, secondo Superman da Carrara, nel corso degli anni sono state ampiamente sottovalutate per un motivo: "Di Maria è stato un giocatore costretto a rimanere all’ombra di altri, sicuramente più acclamati a livello mediatico, pur avendo le loro stesse caratteristiche e le loro stesse qualità. Quando ero al Psg – ricorda – c’era Neymar, c’era il giovane Mbappè, c’era Verratti, ma Angel non era inferiore a nessuno di loro. Al Real Madrid, nel 2014, quando vinse la Décima, giocava con Benzema, con Cristiano Ronaldo, con Modric, con Kroos. Lui sempre un passo indietro, eppure sapeva fare l’ala, il trequartista, persino la mezzala. Chiunque lo prenda, e mi auguro proprio che la Juve lo prenda, fa un affare. Stiamo parlando di un campione e il calcio – conclude – ha bisogno di campioni".

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