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Brescia, Sandro Tonali: “Tornare a giocare? Il calcio è una cosa, la vita vera è un’altra”

Il centrocampista del Brescia, Sandro Tonali, parla di tutto: dalla Serie A che prova a ripartire nonostante l’emergenza sanitaria per il contagio da Covid-19 fino alle proprie sensazioni sulla situazione che sta vivendo il Paese. “La mia famiglia è a Lodi, non vedo il mio papà e la mia mamma da due mesi. Solo chi vive a Brescia o Bergamo sa quello che stiamo passando”
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A cura di Maurizio De Santis
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Nulla sarà più com prima. Sandro Tonali ha 19 anni, è uno dei calciatori più ambiti (piace in Serie A e anche all'estero), ha le porte della Nazionale spalancate dinanzi a sé ma il calcio in questo momento non è in cima alle sue priorità. Il Brescia lo coccola, è l'asso nella manica per la salvezza (anche se difficilissima) e al tempo stesso un tesoro da incassare e reinvestire per il futuro.

Lui – che tifa Milan, ha come idolo Gattuso e si vede più affine a Modric che Pirlo – lascia in secondo piano l'aspetto sportivo e punta la propria attenzione su quanto sta accadendo per l'emergenza sanitaria scoppiata a causa della diffusione del contagio da Coronavirus. Il Nord Italia, e in particolare la Lombardia le province di Bergamo e Brescia, è una delle zone del Paese più colpite. Impossibile pensare (solo) al calcio, Tonali lo confessa nell'intervista al Corriere della Sera.

Abbiamo giocato anche troppo, quando sarebbe stato meglio fermarci prima – ha ammesso il centrocampista del Brescia -. La mia famiglia è a Lodi, non vedo il mio papà e la mia mamma da due mesi. Il calcio è una cosa, la vita vera un’altra. Qui parliamo di morti, di ospedali, di salute… Come si fa a festeggiare un gol o arrabbiarsi per una sconfitta con tutto quello che sta succedendo? Ha ragione il presidente, Cellino: in campo si va solo se ci sono tutte le condizioni per farlo.

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Proprio la posizione di Massimo Cellino è stata – ed è – una delle più discusse. Tra le obiezioni maggiori fatte al massimo dirigente della "rondinelle" ce n'è una di comodo: ovvero, preferisce che il campionato non riparta e magari si arrivi a una sorta di soluzione/sanatoria (blocco delle retrocessioni) per evitare di finire in Serie B.

Non voglio alcun regalo – ha aggiunto Tonali -. Siamo dove siamo perché ce lo meritiamo. Ma la salute viene prima di tutto. Quando si potrà giocare, giocheremo. A porte chiuse, se così si deciderà. Daremo tutto anche per chi sta soffrendo, per chi ha perso i propri cari, per chi allo stadio non ci sarà. Solo chi vive a Brescia o Bergamo sa quello che stiamo passando.

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