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Bergomi respinge le accuse di telecronaca faziosa per l’Inter citando la famosa partita della Juve

L’ex difensore, oggi opinionista tv a Sky, si difende: non c’è stata alcuna faziosità ma solo grande partecipazione emotiva per l’impresa straordinaria di una squadra italiana in Champions.
A cura di Maurizio De Santis
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L'enfasi, l'ansia, l'euforia, le lacrime. Beppe Bergomi e i tifosi dell'Inter hanno vissuto emozioni fortissime durante la semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona. L'ex difensore, oggi opinionista tv a Sky e seconda voce nelle telecronache condotte da Fabio Caressa, ha trasmesso attraverso il piccolo schermo pathos e adrenalina provati in quei momenti: sul 2-3 di Raphinha sembrava tutto perso e il sogno svanito, ma tra il 93° (gol del 3-3 di Acerbi) e il 99° (gol del 4-3 di Frattesi, quasi colto a malore) e poi con le parate decisive di Sommer l'entusiasmo di San Siro per lo spettacolo offerto dai calciatori è stato contagioso. Il giornalista e l'ex calciatore lo hanno raccontato senza filtri partecipando con intensità a un match che resterà nella storia del club, del football italiano ed europeo.

Le critiche sulla telecronaca troppo di pancia di Caressa e Bergomi

E il fatto che la platea di spettatori sia stata abbastanza vasta (oltre alla diretta sui canali di Sky, c'è stata anche quella in chiaro per tutti su TV8) ha lasciato spazio anche a polemiche per una narrazione che non è piaciuta a una porzione di pubblico da casa. Perché? Avrebbe gradito maggiore professionalità, che Caressa e Bergomi (in particolare quest'ultimo) evitassero alcuni interventi troppo di pancia come quell'affermazione spazientita e insofferente dello "zio" su "questi del Barcellona che hanno passato tutta la partita a lamentarsi!".

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L'ex difensore dell'Inter chiarisce: "Rispettoso con tutti"

"Faccio telecronache da 25 anni e le critiche maggiori le ho ricevute proprio dagli interisti", inizia così la difesa d'ufficio di Bergomi che nell'intervista alla Gazzetta dello Sport ha spiegato una cosa essenziale: non c'è stata alcuna faziosità ma solo grande partecipazione emotiva per l'impresa straordinaria di una squadra nazionale in Champions. "Ho sempre cercato di essere professionale e rispettoso di tutti. Se si affrontano due italiane sono imparziale, altrimenti credo sia normale lasciarsi un po' prendere dalle emozioni. Da casa è impossibile cogliere l'elettricità che c'è in uno stadio in certe partite. E credo che ci stia trasmetterlo ai telespettatori".

E non capita certo tutti gli anni una cosa del genere… In sintesi, Bergomi non ritiene affatto di aver esagerato o ecceduto nei toni. "Come si fa a non farsi prendere dall'emozione? Lo stesso Fabio a un certo punto piangeva con me. Accanto a noi c'era Repice (Radio Rai, ndr) e ci siamo proprio detti che è impossibile rimanere distaccati. Poi è normale che dopo una vita con la maglia dell'Inter qualcosa può scappare".

Bergomi cita l'esempio di Juve-Atletico Madrid del 2019

Altra domanda rimbalzata in Rete: si sarebbe comportato allo stesso modo anche se avesse commentato la Juventus oppure il Milan? Risposta decisa: "Sì". E qui Bergomi cita un precedente che risale all'edizione della Champions di qualche anno fa (2019) e tira in ballo la rimonta della Juventus sull'Atletico Madrid nel ritorno a Torino dopo il 2-0 incassato in Spagna. I bianconeri vinsero 3-0 grazie alla tripletta di Cristiano Ronaldo e passarono ai quarti. "La nostra telecronaca di allora aveva gli stessi toni di quella di Inter-Barcellona. Due giorni dopo ero a San Siro per Inter-Eintracht di Europa League e venni accusato dagli interisti di essere filo juventino. Ormai ci sono abituato…".

Equilibrio. Bergomi è certo d'averne avuto  com'è giusto che fosse e ricorda anche la posizione espressa su alcuni episodi da moviola, tra cui il calcio di rigore non dato al Barcellona per tocco di Acerbi. "Sul rigore del 2-0 all'inizio avevamo detto che non c'era, poi solo in un replay si vede che Cubarsì non prende il pallone ma il piede di Lautaro. Sul rigore dato e poi tolto al Barcellona (fallo su Yamal, ndr) invece ho spiegato che c'era, però andava verificato se il fallo era stato commesso dentro oppure fuori area".

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