Benatia ricorda il rigore di Madrid: “Non c’era ma al Bernabeu succedono cose strane…”

Bidone dell'immondizia al posto del cuore. Meglio se stava a casa a bere fruttini seduto sul divano. Lo sfogo di Gigi Buffon contro l'arbitro che assegnò il calcio di rigore al Real Madrid nel ritorno dei quarti di finale di Champions è passato alla storia. Così come quel "you pay, you pay" – tu paghi, tu paghi – di Giorgio Chiellini rivolto ai calciatori delle "merengues" in quegli attimi concitati, convulsi, beffardi per i bianconeri che videro sfuggire la qualificazione alla semifinale dalle mani in una frazione di secondo, a tempo scaduto.
Il direttore di gara, Michael Oliver, assegnò la massima punizione ai "blancos" perché ritenne falloso l'intervento di Mehdi Benatia su Lucas Vazquez, a pochi passi dalla porta. Una decisione che scatenò la rabbia del portiere (espulso ed "esploso" nel dopo gara) e permise agli spagnoli di evitare la disfatta nonostante la vittoria per 3-0 ottenuta nell'andata a Torino. La partita della rovesciata di Cristiano Ronaldo e della standing ovation ricevuta per quella bellissima prodezza balistica, tecnica, atletica. Fu proprio CR7 a trasformare il penalty decisivo: finì 1-3 e per il rotto della cuffia il Real passò il turno.

A distanza di due anni da allora Benatia torna "sul luogo del delitto" e lo fa raccontando cosa accadde in campo nell'intervista a Sky Sport. Per l'ex difensore centrale bianconero non ci fu alcun tocco irregolare, l'intervento non fu falloso e la decisione del signor Oliver fu discutibile anche per il momento delicato del match.
Ricordo che provai ad anticipare Vazquez – ha ammesso Benatia che da gennaio dell'anno scorso gioca nell'Al Duhail – senza toccarlo. Lui era sorpreso di vedermi là e cadde. Onestamente se ho fatto fallo l’ho toccato con la coscia. Ma se dai un rigore all’ultimo secondo deve essere una cosa netta.