Balotelli ha un’idea, sceglie la sua nuova squadra con un sondaggio: “Vi piacerebbe?”

Prendete Mario Balotelli e datelo a Gennaro Gattuso. Basteranno il "ringhio", il veleno e il metodo da bastone e carota del neo allenatore perché righi diritto? A Valencia se lo augurano. È la squadra che, secondo le indiscrezioni che rimbalzano dalla Spagna, potrebbe affidare la maglia numero 9, quella del bomber, all'ex punta della Nazionale.
Il rapporto qualità/prezzo, la rinascita del calciatore in Turchia (19 gol e 6 assist in 33 partite con l'Adana Demirspor di Vincenzo Montella), la possibilità di formalizzare un acquisto a un costo accessibile (i 5 milioni della clausola rescissoria) fanno del giocatore un'operazione possibile. Al resto, a tenerlo a bada, a spiegargli un po' di cose senza troppi giri di parole potrebbe pensarci Gattuso. Lui sa come si fa.
Quanto c'è di vero nella notizia? Quante opportunità ha effettivamente ha Balotelli di mettere piede in un campionato più competitivo rispetto a quello turco? Una story pubblicata su Instagram sembra la conferma che qualcosa bolle in pentola, che non si tratta (solo) di chiacchiere di mercato, che in fondo in fondo può avere ancora una chance per tornare in uno dei top 5 tornei d'Europa.

"Bandiera spagnola + pallone da calcio + Mario, vi piacerebbe?", il messaggio condiviso da Super Mario e lanciato a mo' di sondaggio tra i suoi followers. Una frase semplice, senza riferimenti specifici a un club in particolare. Ma è bastata per alimentare la curiosità sul suo futuro.
A 31 anni Balotelli si (ri)prova. Con l'Italia fuori dal Mondiale in Qatar e a settembre di nuovo in campo per la Nations League le porte della Nazionale non sono chiuse. Il ct, Mancini, con lui è sempre stato chiaro: non gli sarà data fiducia a prescindere ma dovrà meritarla sul campo.

La sensazione che sarebbe tornato utile in una rosa in cui manca un attaccante che abbia le sue caratteristiche (e la butti dentro) resta sullo sfondo assieme al rimpianto per aver fallito l'appuntamento con la Coppa dopo il trionfo agli Europei. Non averlo convocato per le partite decisive contro Svizzera e Irlanda del Nord (nelle quali gli Azzurri non hanno segnato gol) e nemmeno come risorsa per i playoff con la Macedonia del Nord è una vocina che Mancini ha nella testa.
"Per la partita con la Svizzera avevamo dieci infortunati, Immobile incluso – ha ammesso oggi, nell'anniversario dell'Italia Mundial in Spagna -. Chiamare Mario ci poteva stare, ma gli errori si fanno".