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“Avevano lasciato a piedi Vialli”, ma gli inglesi non sanno che è un rito scaramantico

Il rituale scaramantico della Nazionale italiana s’è ripetuto ancora una volta, alla vigilia della finale con l’Inghilterra: Gianluca Vialli lasciato a piedi mentre il bus con squadra e staff lascia Coverciano. Gli Azzurri lo fanno dall’inizio degli Europei a metà tra lo scherzo e il “non è vero ma ci credo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Pippo Inzaghi mangiava sempre un pacco di biscotti Plasmon prima della partita e ne lasciava un paio nella confezione. Trapattoni aspergeva la panchina con l'acqua santa. Laurent Blanc dava un bacio sulla testa di Fabien Barthez. I riti scaramantici fanno parte del corredo accessorio del calcio come religione pagana. Cruijff ne aveva uno tutto suo: sputare la gomma da masticare nella metà campo avversaria.

La Nazionale italiana, a metà tra lo scherzo e il "non è vero ma ci credo", ha un siparietto speciale, quasi una gag che smorza la tensione. Al momento della partenza da Coverciano, sede del ritiro degli Azzurri, l'autista del bus fa pochi metri e poi si ferma di colpo. Perché? Su accorgono di aver lasciato a piedi Gianluca Vialli. Impossibile che accada una cosa del genere al "bomber e fratellino" del ct, Roberto Mancini.

È una scena che si ripete dall'inizio di questi Europei: con precisione, da prima della gara di esordio contro la Turchia (battuta all'Olimpico di Roma per 3-0). Prima del match il pullman partì senza il capo delegazione della Nazionale, Gianluca Vialli. Da allora il copione si ripete a ogni incontro dell'Italia: le porte del veicolo si chiudono, il conducente ingrana la marcia e inizia la manovra poi frena. Le porta si riapre per consentire all'ex calciatore, che indossa la divisa ufficiale e ha in testa il berretto, di unirsi al gruppo. Fa finta di essere in ritardo e, tra l'ilarità dei calciatori e dello staff, sale a bordo.

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È successo anche nelle ultime ore, quando l'Italia s'è recata in aeroporto per il volo che l'ha condotta a Luton per poi recarsi nel centro sportivo del Tottenham. Un dettaglio che non è sfuggito ai tabloid inglesi: alcuni (in particolare The Sun), ignari di cosa realmente si tratti, hanno raccontato l'episodio come un imprevisto sottolinenando il modo scherzoso con cui Vialli ha preso la cosa. Nulla di più che un simpatico rituale. A un mese dal debutto, gli Azzurri si giocano la finale contro l'Inghilterra per conquistare un titolo che manca dal 1968 ed è stato solo sfiorato nel 2012, con la sconfitta contro la Spagna. E se i Tre Leoni si fanno forti anche del sostegno della Regina Elisabetta II (ha spedito una lettera d'incoraggiamento al ct e alla squadra) nel Regno Unito c'è la Scozia che, mostrando Roberto Mancini in versione Braveheart, chiede all'Italia di battere gli inglesi. "La Coppa è quasi a casa", ripetono i media caricando l'attesa per la sfida con gli Azzurri: il campo dirà chi la porterà con sé per davvero.

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