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Allarme Covid nel ritiro dell’Italia: tre giornalisti positivi al seguito degli azzurri

Tre giornalisti che seguono la nazionale di Mancini sono risultati positivi al Covid. Il ritiro di Coverciano degli azzurri è blindato. I calciatori dell’Italia non corrono rischi: perché sono tutti vaccinati e con la stampa hanno contatti rigorosamente a distanza solo durante le conferenze stampa.
A cura di Alessio Morra
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Il ritiro della Nazionale di Roberto Mancini che domenica 11 luglio a Wembley disputerà la finale degli Europei con l'Inghilterra da qualche ora è blindato a causa di un allarme Covid. Perché tre giornalisti che sono al seguito della Nazionale sono risultati positivi al tampone. Gli Azzurri sono comunque abbastanza tranquilli perché non hanno contatti con i media, i contatti li hanno rigorosamente a distanza solo durante le conferenze stampa, e soprattutto i calciatori e lo staff sono tutti vaccinati. Non si teme in alcun modo un focolaio come quello dello scorso marzo.

Tre giornalisti che seguono l'Italia positivi al Covid

Le tre positività sarebbero emerse dopo i tamponi che sono stati effettuati subito dopo la semifinale tra Italia e Spagna, disputata a Wembley martedì scorso: due giornalisti sono rimasti in Inghilterra, un terzo invece era rientrato a Coverciano. E per questo c'è stato un minimo allarme. Non c'è alcuna comunicazione ufficiale, ma la conferenza stampa in programma oggi a Coverciano potrebbe comunque essere fatta da remoto per precauzione o magari sarà riprogrammata. E per non correre rischi la sede del ritiro azzurro è stata sanificata.

I calciatori dell'Italia sono tutti vaccinati

La situazione è molto diversa rispetto a quella che si è verificata lo scorso 31 marzo quando sette calciatori dell'Italia e alcuni membri dello staff tecnico, tra cui De Rossi, erano risultati positivi dopo la partita di Qualificazione ai Mondiali con la Lituania. I calciatori sono tutti vaccinati, con prima e seconda dose effettuata, e i contatti tra il gruppo squadra e i giornalisti in queste ultime settimane sono ridotti al minimo e quando ci sono per le interviste avvengono tutti a distanza di sicurezza. Il rischio di un focolaio pare scongiurato.

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