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Aggredirono i tifosi dell’Inter per ‘colpa’ di una bandiera: identificati 10 ultrà del Milan

Il raid punitivo scattò per vendicare uno sgarro subito nel derby del 5 febbraio scorso: i tifosi rossoneri fecero irruzione nel settore dei nerazzurri per farsi giustizia. A una donna di 60 anni spaccarono il naso. Adesso sono indagati per lesioni.
A cura di Maurizio De Santis
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La Procura di Milano ha chiuso le indagini dopo gli episodi di violenza avvenuti nel derby giocato il 5 febbraio scorso
La Procura di Milano ha chiuso le indagini dopo gli episodi di violenza avvenuti nel derby giocato il 5 febbraio scorso

Il raid era scattato per vendicare uno sgarro. La reazione dei tifosi del Milan fu furibonda: la bandiera che i "nemici" interisti avevano strappato era un atto che non poteva restare impunito. Una decina di ultrà rossoneri composero il gruppetto che aggredì i nerazzurri, colpendoli a calci e pugni. Scesero da un anello all'altro, facendo irruzione nel settore per farsi giustizia, cancellare quell'affronto. Nella baruffa scoppiata durante il derby del 5 febbraio scorso (vinto dalla squadra di Pioli per 2-1) restò ferita una donna di 60 anni: prese un cazzotto in faccia, le spaccarono il naso e fu costretta a farsi refertare ricorrendo alle cure mediche mentre gli altri si dileguarono.

Le indagini degli inquirenti scattarono subito e adesso, a distanza di 3 mesi, la Procura della Repubblica di Milano ha chiuso l'inchiesta a carica del manipolo di tifosi di età compresa tra i 23 e i 50 anni. I componenti del ‘commando' sono stati identificati e dovranno difendersi dai reati di lesioni e violazione dell'articolo 6-bis della legge 401 del 1989 (scavalcamento di settore).

Sono dieci gli ultrà rossoneri identificati attraverso le telecamere di sicurezza e finiti sotto inchiesta.
Sono dieci gli ultrà rossoneri identificati attraverso le telecamere di sicurezza e finiti sotto inchiesta.

La spedizione punitiva. Tutto nasce da una delle più classiche scene da stadio: i bandieroni sventolati dai sostenitori spesso ostruiscono la visuale ad altri spettatori. Quelli dell'Inter ne avevano tirate un paio così da avere la vista libera, un gesto sottolineato anche da qualche sfotto'. Una situazione del genere sugli spalti è come gettare benzina sul fuoco… ci vuole poco perché l'incendio si propaghi.

Nel ‘codice d'onore' del tifo organizzato il furto, il danneggiamento, qualunque cosa sia fatta verso le proprie insegne (siano essi striscioni oppure bandiere) deve essere subito ‘emendata'. Ecco perché i sostenitori del Milan abbandonarono il secondo anello blu per recarsi in quello sottostante (il primo blu): c'era un conto da regolare e non persero tempo.

Tra i tifosi dell'Inter restò ferita una donna di 60 anni che, colpita al naso, fu costretta a ricorrere a cure mediche.
Tra i tifosi dell'Inter restò ferita una donna di 60 anni che, colpita al naso, fu costretta a ricorrere a cure mediche.

L'analisi dei filmati permise agli inquirenti di identificare e denunciare a piede libero due ultrà. Facevano parte di un gruppetto di tifosi incappucciati e vestiti di nero col tentativo di tenere il volto travisato ed evitare il riconoscimento. Fu solo l'inizio delle indagini che successivamente, con l'ausilio delle telecamere di sicurezza, avrebbe permesso di scovare gli altri otto componenti del gruppo che mise a segno il raid.

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