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“Voglio la squadra NBA di Las Vegas”: LeBron James fissa il suo prossimo obiettivo

La superstar dei Los Angeles Lakers, diventata recentemente il primo atleta NBA a superare il miliardo di patrimonio, fissa il suo nuovo obiettivo.
A cura di Luca Mazzella
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"Voglio una franchigia NBA tutta mia. E voglio quella di Las Vegas". Ha le idee chiarissime LeBron James, fresco miliardario da qualche settimana come annunciato da Forbes, e desideroso di un nuovo investimento remunerativo. Solo che questa volta il nativo di Akron punta ancora più in alto del solito: una franchigia NBA, e non una qualsiasi, ma quella che nell'espansione secondo molti prevista per la stagione 2023-24 potrebbe insediarsi a Las Vegas assieme al ritorno di una squadra a Seattle. Nell'ultimo episodio del suo show "The Shop", prodotto da Uninterrupted – sempre di proprietà del "Prescelto" assieme al socio e amico di lunga data Maverick Carter – James non ha usato troppi giri di parole:

"Voglio comprare una squadra, di sicuro. Preferirei di gran lunga possederla prima ancora di parlare. E voglio una squadra a Las Vegas. Si, voglio la squadra di Las Vegas", per poi condividere un estratto delle sue dichiarazioni direttamente sui suoi profili social, invitando i tanti fan a dare voce al suo ulteriore desiderio, dopo quello più volte annunciato di voler attendere l'approdo del figlio Bronny Jr nella lega per poter giocare con lui.

L'acquisto di una franchigia NBA o di quote di questa, nonostante non appaia così imminente almeno nelle intenzioni del Commissioner Adam Silver, che lo scorso 2 giugno aveva spento ogni rumor limitandosi a dire che per quanto sia inevitabile un'espansione, questa al momento non sarebbe tra le priorità della sua gestione, consentirebbe a LeBron di ripercorrere quanto fatto da Michael Jordan, entrato nel 2006 come socio di minoranza nell'allora neo-franchigia Charlotte Hornets e arrivato a possedere il 97% delle sue azioni, prima di cederne gran parte nel 2019 pur restando al timone per tutto quello che attiene il piano sportivo e decisionale (non è un caso che i due finalisti per la panchina, Mike D'Antoni e Kenny Atkinson, dovranno passare per un ennesimo colloquio direttamente con lui).

Per far diventare realtà quello che ad oggi è solo un sogno però, James dovrà comunque attendere la fine della carriera da giocatore per evitare potenziali conflitti di interessi. Solo in quel momento l'ulteriore obiettivo fissato da The Chosen One, oggi 37enne, potrà concretamente essere preso di mira. Le sue dichiarazioni però, e il tempismo con cui queste arrivano rispetto alle parole di Silver, non fanno altro che accelerare almeno mediaticamente un processo di sviluppo di una lega che sembra ormai prossima, al di là delle dichiarazioni di circostanza, ad aprirsi a uno dei mercati più intriganti d'America. Uno show nello show se si pensa alla potenziale gestione del giocatore più rappresentativo e iconico del dopo Michael Jordan.

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