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Schiacciata dell’anno, quarto periodo da sogno e tiro della vittoria: è la notte di Ja Morant

Il numero 12 dei Grizzlies riscatta una brutta partita e una serie finora con tante ombre e poche luci trascinando i suoi sul 3-2.
A cura di Luca Mazzella
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Prima lezione: mai dare per spacciato un fenomeno, anche se sta giocando male. Seconda lezione: mai provocare quello stesso fenomeno, se la reazione di puro agonismo e di rabbia può ritorcersi contro di te prima o poi. Terza lezione: mai sottovalutare Ja Morant.

Il Most Improved Player della stagione e stella di Memphis, almeno nominalmente dato che in questa serie la squadra di Jenkins sta ottenendo molto più da altri giocatori e in generale da un collettivo salito e molto di livello, riscatta nel migliore dei modi una partita sottotono e che i numeri non avrebbero comunque spiegato del tutto, concedendosi un finale da sogno che vale il 3-2 contro Minnesota e la chance di chiudere tra due notti il primo turno guadagnandosi la semifinale di Conference che quasi certamente sarebbe contro i Golden State Warriors, chiamati tra poche ore al match point contro i Denver Nuggets.

I punti finali di Morant, 30, arrivano quasi tutti nel quarto conclusivo (18) e sono preceduti dal sicuro highlight dell’anno: battuto in palleggio Jaden McDaniels, Morant ha puntato senza mezzi termini al ferro elevandosi con ferocia sul corpo in opposizione di Malik Beasley per la schiacciata da poster più rumorosa di questa post-season e forse della stagione. Un modo per mantenere la parola data dopo gara 4, al termine della quale Ja aveva ammesso di essere stato molto poco aggressivo “at the rim” finora.

Un’iniezione di adrenalina per se stesso e per i compagni che la provocazione ricevuta da Patrick Beverley con 4 minuti da giocare nel periodo finale e dopo un canestro di forza seguito da gesto provocatorio (“sei troppo piccolo” mostrato con la mano verso il parquet) non hanno che fatto salire a dismisura. Da quel momento (101-98 per Minnesota) in poi infatti Morant ha segnato 13 punti consecutivi, tutti quelli finali di Memphis, compreso il layup a un secondo dalla sirena con la complicità della non-difesa T’Wolves, che prima buca l’anticipo con Edwards (che aveva segnato la tripla del 109 pari) e poi non offre sufficiente protezione del ferro consentendo al fenomeno Grizzly di appoggiare di mancina i due punti che valgono vittoria e serie.

Supporting-cast fondamentale, ma ora tocca a Ja

Il “pivotal-game” – così viene chiamata la gara 5 di una serie sul 2-2 – era il momento più adatto nell'annata già di per sé straordinaria del prodotto di Murray State per salire in cattedra e prendere per mano i suoi compagni, che anzi finora hanno offerto un supporto non indifferente e decisivo nell’attuale 3-2, con i canestri di Desmond Bane e un Brandon Clarke fondamentale a rimbalzo offensivo per tenere Memphis a galla stanotte.

Un elemento in più a favore dei Grizzlies, che pur in una serie non eccelsa finora di Morant stanno reggendo il confronto e anche le pressioni di essere la seconda forza della Western Conference e ora vogliono chiudere la disputa per regalarsi un altro sogno chiamato semifinale di Conference. Per farlo, occorrerà vincere una delle due prossime gare contro una Minnesota che ha comunque dimostrato – distrazioni a parte – di poter dare filo da torcere fino all'ultimo secondo a una squadra sulla carta molto più attrezzata. Ma è proprio l'ultimo secondo che, ad oggi, fa la differenza però. Grazie a Ja Morant.

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