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Nico Mannion alla Virtus, la sua scelta è un bene per la Serie A che è ritornata attrattiva

Nella testa del talento classe 2001: i “nuovi” Warriors non possono più aspettare i giovani, il palcoscenico europeo con la Virtus Bologna impegnata in Eurocup, la possibilità di tornare in NBA da giocatore affermato. E il campionato italiano, nel frattempo, ringrazia. La scelta di Nico dimostra che nei nostri confini il livello continua a salire.
A cura di Luca Mazzella
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Tutto vero, anche se si stenta a crederci. Nico Mannion, a sorpresa, è un nuovo giocatore della Virtus Bologna. La notizia, che ha iniziato a circolare nel pomeriggio di ieri fino all’ufficialità poi data dalla stessa società campione d’Italia, ha lasciato spiazzati tutti gli addetti ai lavori e i tifosi, per una trattativa sapientemente condotta in gran segreto dalla "V nera".

Dopo un preolimpico da protagonista e le partite di Tokyo in cui Nico ha dimostrato di essere maturato e cresciuto non solo sul piano tecnico ma anche in termini di leadership grazie all’annata passata in quel di Golden State (che, per inciso, aveva da qualche giorno esteso la sua qualifying offer rendendolo un restricted free agent, vale a dire un giocatore a cui ogni squadra NBA avrebbe potuto offrire un contratto salvo mantenere i Warriors la possibilità di pareggiare la somma e trattenerlo a San Francisco), l’arrivo in Italia del classe 2001 ha del clamoroso e lo stupore e le discussioni sui motivi di questa scelta sono ormai da ore al centro del dibattito.

Le ambizioni dei Warriors

Una reazione lecita, ma che non considera quelle che sono valutazioni certamente fatte nel migliore dei modi da Nico e dal suo staff, di comune accordo con una Golden State che tratterrà comunque i diritti del giocatore in caso di ritorno in NBA, che l'agente sostiene essere quasi certo in futuro. La squadra di Steve Kerr, che lo scorso anno si presentava ai nastri di partenza della stagione NBA senza Klay Thompson e con ambizioni ben diverse da quelle da contender che appartengono a un roster così competitivo e che con l’attuale ciclo ha già messo al dito 3 anelli, ha il chiaro obiettivo in questa stagione di lottare per il titolo. Una missione che non ammette compromessi, mezze misure, load management con gestione conservativa delle star (come è stato fatto a lungo lo scorso anno) e pazienza infinita nei confronti dei giovani. D'altronde, se rifirmi Steph Curry a più di 200 milioni stai chiaramente lasciando intendere alla tua superstar di essere in grado di assecondare la sua voglia di vincere, di nuovo. E in questo piano a breve termine già conciliare gli obiettivi con il big-man Wiseman e le nuove scelte in arrivo dal draft sarà complesso. Per Nico, che dal draft è entrato ma dalle retrovie, un percorso potenzialmente ricco di difficoltà.

La possibilità di crescere e tornare in NBA

Come dimostrato nell'ultimo mese, Mannion è un astro nascente del basket europeo e arriva da due competizioni giocate da assoluto fenomeno. Il 2001 ha ancora enormi margini di miglioramento che soprattutto in una franchigia con una forte etica lavorativa si sarebbero sviluppati nel migliore dei modi modi, ma pensare che la Golden State in versione “contender” gli potesse garantire molto più spazio di quello di pochi mesi fa, già ridotto e limitato alla spola tra D-League e prima squadra (con un two-way contract) è pura utopia. E a spazzare ogni possibile e ulteriore dubbio ci ha poi pensato l’aggiunta dell’ex Nets Chris Chiozza, la molla forse decisiva nello spingere Nico verso l’Italia. Dove con più responsabilità, una maggiore centralità nel gioco del nuovo coach Sergio Scariolo, la possibilità di lavorare con un fenomeno come Milos Teodosic e anche quella di sfruttare al meglio le varie finestre per la Nazionale senza dover passare per la nota rigidità delle franchigie NBA nel lasciare i propri giocatori, Nico può diventare ancora più grande e mettere nel mirino un ritorno nella lega da protagonista.

Le ambizioni della Virtus

Verso l’Italia, dicevamo, ma non esattamente in una squadra qualsiasi. Avere la possibilità di giocare con campioni come Belinelli e Teodosic e di crescere accanto a un fedele compagno di imprese estive come Alessandro Pajola era un’opportunità da cogliere al volo per Mannion. Che andrà adesso a comporre una batteria di esterni che mettono la squadra campione d’Italia in serissime condizioni di lottare fino alla fine per bissare il tricolore conquistato pochi mesi fa. In più, la vetrina dell’Eurocup, la seconda competizione continentale dopo l’Eurolega, la possibilità di arrivare al trofeo (la Virtus è reduce dalla semifinale di quest’anno), e il fatto che ormai tutti i team NBA guardino con regolarità ai massimi tornei europei per attingere a risorse non più esclusivamente da “plasmare”, ma già protagoniste in Europa e pronte per l’uso (vedi firme di Deck o Vildoza di quest’anno), non chiude definitivamente il sogno americano a Nico. Che giocando da protagonista in Italia potrà guadagnarsi più considerazione di quanta non potesse accumularne con un utilizzo a singhiozzo a San Francisco, dove i limiti in difesa e un tiro che dall'anno di Arizona, il suo primo e unico in NCAA, in poi, l'hanno fatto precipitare dalla possibile top 10 del draft 2020 alla numero 48.

Il nuovo fascino della Serie A italiana

La firma di Mannion rappresenta nel suo piccolo una rivoluzione e una lietissima novità nel panorama cestistico italiano degli ultimi anni. Dopo gli arrivi di assoluti top player nella "seconda fase" della carriera del calibro di Belinelli e Teodosic, per non parlare di Sergio Rodriguez e Kyle Hines e arrivando sino alla leggenda Argentina Luis Scola, la considerazione troppo facile da fare era su campioni non più al top che vedevano il campionato italiano più alla loro portata, meno impegnativo e meno competitivo. Le scalate europee fermatesi proprio sul più bello di Milano e Bologna stanno però invertendo evidentemente il trend e l’arrivo di un giocatore praticamente all'inizio di quello che può essere il miglior momento della sua carriera, che sul tavolo aveva comunque la possibilità di restare in NBA, in una delle squadre più forti, rappresenta un bagliore di luce e rafforza la sensazione che il basket italiano stia tremendamente salendo di colpi. Sta ora alla Federazione trasformare i risultati estivi e la scelta di Nico in una opportunità, per tutti a dire il vero. Di crescita per il ragazzo, di espansione per il movimento, di altre vittorie per la Virtus.

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