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La notte delle giovani superstar nei playoff NBA: Morant, Young e Booker dominano

Alle partite di esordio in post-season i tre giovanissimi fenomeni di Memphis, Atlanta e Phoenix si presentano nel migliore dei modi ai Playoffs. Nel frattempo, a Dallas, un ragazzo sloveno del 1999 fa vacillare le certezze della corazzata Clippers dopo gara 1. Adam Silver può sorridere: dietro le attuali star sta nascendo una generazione di campioni.
A cura di Luca Mazzella
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L'NBA e il suo futuro sono in ottime mani, possiamo dirlo. Non ce ne vogliano gli storici protagonisti degli ultimi dieci e più anni, LeBron James, Kevin Durant, Steph Curry o James Harden e nemmeno l'MVP in carica e il prossimo a portare a casa la statuetta, ovvero Giannis Antetokounmpo e Nikola Jokic. Sono bastate appena 48 ore, nelle prime due nottate di Playoffs NBA, a capire che in questo momento l'asse portante della lega sta iniziando a vacillare dietro la prepotente avanzata dei fenomeni del futuro: Ja Morant, Trae Young, Devin Booker, Luka Doncic. 4 golden boy classe 1999, 1998, 1999 e 1996 con un futuro radioso davanti e un presente che li vede già protagonisti. A partire da 3 ragazzi dominanti nella notte appena trascorsa.

Ja Morant abbatte gli Utah Jazz

I Memphis Grizzlies sono stati, grazie alla vittoria contro i Golden State Warriors di Steph Curry, l'ultima squadra a qualificarsi per la post-season. In una partita che ha evidenziato tutte le qualità del roster a disposizione di coach Taylor Jenkins è stata la stella di Ja Morant quella più luminosa, con il canestro dopo la spin-move che ha definitivamente chiuso la gara. Davanti al ragazzo di Murray State però si è issato l'ostacolo più grande nel primo turno faticosamente conquistato, ovvero la squadra col miglior record NBA, gli Utah Jazz. Nella prima gara di Playoffs della carriera la mano di Ja non ha tremato, chiudendo a 26 punti, 4 rimbalzi, 4 assist e il 55% dal campo e guidando a una sorprendente vittoria la cenerentola Memphis che ha saputo approfittare al meglio dell'assenza di Donovan Mitchell per la squadra di Salt Lake e dei problemi di falli nel di Mike Conley e Rudy Gobert, senza i quali Quin Snyder ha visto i suoi in affanno sia in attacco che in difesa. A dare manforte al fenomeno col numero 12 dei Grizzlies ci ha pensato Dillon Brooks, già fondamentale contro Golden State in marcatura su Steph Curry e attualmente in uno stato di grazia anche in attacco, con 31 punti e 7 rimbalzi. Non è mancato il solito apporto, ormai è il caso di dirlo, del lungo Jonas Valanciunas, mentre "slow-mo" Kyle Anderson ha giocato una partita a tutto tondo sporcando il tabellino in ogni voce statistica. Sulla carta si affrontavano testa di serie numero 1 e testa di serie numero 8, ma la prima sorpresa è stata servita: Ja Morant e Memphis ora sognano in grande.

Trae Young zittisce il Madison Square Garden

A rovinare il grande ritorno dei New York Knicks ai Playoffs, con tanto di Madison colmo di tifosi (circa 15.000) a rendere incandescente il clima, è stato Trae Young. Il prodotto di Oklahoma, fischiato prima, durante e dopo la partita con tanto di cori provocatori nei suoi confronti, ha segnato in floater il canestro della vittoria di Atlanta con 0.9 secondi da giocare, dopo aver percorso tutto il campo in palleggio e aver eluso il tentativo di stoppata di Julius Randle corso in aiuto sulla sua penetrazione. Per festeggiare, Young ha urlato verso i tifosi "non si sente più un ca*** qui", alludendo al rumoroso pubblico zittito col game-winner che ha messo la ciliegina sulla torta a una prestazione da 32 punti, 7 rimbalzi, 10 assist e 9/9 in lunetta. Dopo tante critiche per un gioco ritenuto egoista e finalizzato alle sole statistiche, Trae si toglie la soddisfazione di scippare subito il fattore campo a New York, tradita nella partita più importante da Julius Randle ma con tutte le carte in regola per riportare la serie dalla sua parte. In campo per 23 minuti anche il nostro Danilo Gallinari, autore di 7 punti. Nella notte tra mercoledì e giovedì, sempre nella "Mecca" del basket, si gioca gara 2.

Devin Booker non vanifica gli sforzi di CP3 e batte i campioni NBA

Come nel caso di Ja Morant e Trae Young, gara 1 del primo turno Playoffs significava esordio in carriera in post-season anche per Devin Booker. Un debutto da sogno chiuso con 34 punti, 7 rimbalzi e 8 assist ma soprattutto con una serie di fondamentali canestri nell'ultimo quarto, quello in cui degli irriconoscibili Los Angeles Lakers hanno provato a rimontare uno svantaggio quasi sempre in doppia cifra approfittando dei problemi fisici di Chris Paul, leader dei Suns, che sin dal secondo quarto ha rischiato di vedere il resto della partita dalla panchina dopo un infortunio alla spalla. L'ex giocatore dei Thunder, dopo alcuni minuti negli spogliatoi, è però rientrato in evidenti precarie condizioni pur di non vanificare l'ottima prestazione corale dei suoi e per dare un segnale restando in campo fino alla fine. Un atteggiamento che ha ulteriormente motivato Booker, che con una serie di canestri dal mid-range ha regalato il primo round alla sua Phoenix. Positivo a dir poco anche l'impatto di DeAndre Ayton (21 punti e 16 rimbalzi) contro un Anthony Davis apparso spento e mentalmente appannato.

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Dopo tutti questi teenager ci sarebbe…il veterano. Beh, si fa per dire. Dall'alto delle sue 7 partite ai Playoffs in carriera (lo scorso anno i Mavs sono stati eliminati per 4-2 sempre dai Los Angeles Clippers) il classe '99 Luka Doncic può vantare già 3 triple doppie, una quasi tripla-doppia anche di media (31 punti, 9.9 rimbalzi e 9 assist) e una serie di giocate da capogiro tra step-back (sempre più lontani) e tiri su una gamba sola in stile Dirk Nowitzki, simbolo della franchigia. Il primo episodio della serie contro i favoritissimi uomini allenati da coach Lue ha visto trionfare i texani proprio trascinati dalle prodezze del ragazzo sloveno, pronto a regalare un upset che farebbe molto rumore.

4 giovani fenomeni, un futuro assicurato. L'NBA si gode il presente e abbraccia il futuro.

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