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Muhammad Alì ricoverato in ospedale per problemi respiratori

Le condizioni della leggenda della boxe si sono aggravate rispetto all’ultimo ricovero. “Sta per morire”, è la voce che filtra dall’ospedale in Arizona in cui è ricoverato.
A cura di Alessio Morra
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Muhammad Alì non ce l'ha fatta, è morto a Phoenix dopo essere stato trasportato in ospedale a causa di un problema respiratorio. Secondo quanto hanno riferito alcune fonti a conoscenza della sua situazione di salute, le condizioni della leggenda della boxe si erano aggravate rispetto all'ultimo ricovero. Una fonte vicina alla famiglia ha rivelato di aver parlato con i parenti più stretti: "E' questione di ore, i familiari sono pronti alle esequie". La lunga veglia è durata fino a quando il suo cuore di campione non ha smesso di battere. Le parole del portavoce del 74enne Ali, però, avevano alimentato le voci contrastanti sul reale stato di salute dell'ex pugile: l'uomo aveva affermato che il ricovero stesso era già programmato da tempo. La leggenda del pugilato secondo le prime informazioni sarebbe dovuta restare in clinica solo per pochi giorni. Il ricovero sembrava più che altro precauzionale, perché Alì, come noto, ha da anni il morbo di Parkinson e lo scorso gennaio ha compiuto settantaquattro anni, provato dalla malattia.

Il portavoce della famiglia Bob Gunnell aveva provato a rassicurare tutti dicendo che le condizioni dell’ex grande pugile erano: “abbastanza buone”. Gunnell non ha voluto dire in quale ospedale subito era ricoverato l’ex campione del mondo dei pesi pessimi e soprattutto non ha svelato quando Alì sarebbe potuto tornare a casa. Per il ‘Più grande’ è il secondo ricovero nell’ultimo anno e mezzo. Tra il dicembre 2014 e il gennaio del 2015 l’americano finì in ospedale per un’infezione alle vie urinarie.

L’ex Cassius Clay, che ha lasciato la boxe nel 1981, ha avuto una carriera stellare ed è soprattutto un personaggio straordinario. Il primo grande trionfò arrivò ai Giochi Olimpici di Roma nel 1960, poi l’escalation fu rapida. Nel 1964 Clay batté Sonny Liston e divenne per la prima volta campione dei pesi massimi. Il giorno successivo ufficializzò la conversione alla fede islamica e cambiò nome. Difese il titolo otto volte, poi si rifiutò di combattere in Vietnam e gli fu tolta la possibilità di combattere per oltre tre anni. Poi la ripresa, la rincorsa verso il titolo e la mitica sfida contro Foreman a Manila, la famosa ‘Rumble in the Jungle’, cui seguì ‘Thrilla in Manila’. Per i quattro anni successivi Alì riuscì a difendere a lungo il titolo, nel 1981 l’addio alla boxe. Pochi anni dopo scoprì di avere il morbo di Parkinson. Nonostante l’avanzare della malattia Alì è stato l’ultimo tedoforo a Atlanta ’96 ed è apparso anche alle Olimpiadi di Londra del 2012.

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