5.028 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Maurizio Stecca intubato per giorni: “Quattro no vax in camera con me, toglievano il posto ad altri”

L’ex campione del mondo di pugilato Maurizio Stecca racconta il suo ritorno dall’inferno del Covid: “È stato orribile, l’esperienza più brutta della mia vita. Mi hanno intubato e addormentato per quattro giorni”.
A cura di Paolo Fiorenza
5.028 CONDIVISIONI
Immagine

Il nemico è scappato, è vinto, è battuto: Maurizio Stecca è guarito dal Covid e la sua gioia non ha cifra per essere descritta. Il 58enne ex campione di pugilato si è scontrato contro un avversario che ha mostrato il suo volto più cattivo, sotto forma di aggressione violentissima al corpo del romagnolo. Dopo la fase iniziale della malattia trascorsa a casa, ad un certo punto l'aggravarsi dei sintomi ha costretto l'ex medaglia d'oro olimpica a Los Angeles '84 e campione del mondo dei pesi piuma, al ricovero nell'ospedale di Treviso.

Dalla maschera d'ossigeno Stecca è passato al rimedio estremo dell'intubazione in terapia intensiva, ultima arma a disposizione dei medici per cercare di far arrivare ossigeno ai polmoni attaccati in maniera feroce dal Covid. Ed alla fine – come ha scritto su Facebook nel giorno di Nataleha vinto il match della sua vita, dopo 14 giorni di ricovero.

"Il peggio è passato – racconta sollevato al Corriere della Sera – Non ho più il Covid, sono fuori pericolo e lavoro per recuperare la respirazione. Ogni giorno mi abbassano l’ossigeno e mi tolgono un’altra flebo. Non distinguo ancora i sapori, ma ho ricominciato a mangiare. Non so ancora quando potrò tornare a casa, ma non ho fretta. Se è necessario che mi tengano in ospedale per delle cure particolari resterò, ma vorrei tornare a casa il prima possibile per liberare il posto per chi ne ha più bisogno di me".

Il più piccolo del fratelli Stecca descrive l'inferno da dove è ritornato: "È stato orribile, l’esperienza più brutta della mia vita. Mi hanno intubato e addormentato per quattro giorni. Chi non vive sulla propria pelle quelle cure che ti tengono attaccato alla vita non può capire cosa sia davvero il Covid. Ringrazio i reparti ospedalieri e gli infermieri, che mi chiamano sempre Maurizio".

L'ex pugile – che era vaccinato con due dosi e stava per avere la terza – manda un messaggio a tutti, sulla scorta della sua tremenda esperienza. Vaccinarsi è più che mai un dovere verso gli altri, oltre che il modo migliore di proteggere se stessi: "La gente deve capire che nonostante la vita sia fatta di scelte personali non si può mettere a rischio gli altri. Ad assistere me, un solo paziente, c’erano otto infermieri. I quattro no-vax in camera con me stavano occupando il posto di qualcun altro. Le nostre scelte contano".

5.028 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views