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Incubo infinito per Antonella Palmisano, l’oro olimpico di Tokyo teme il ritiro: “Ho paura”

Antonella Palmisano è costretta a rimandare ancora una volta il ritorno alle gare. Per tutto il 2022 non ha marciato per un problema al nervo sciatico, operandosi. Ma i dolori sono tornati: “Ed è proprio questo che fa male. Riuscire a non spegnere la fiamma che c’è dentro”
A cura di Alessio Pediglieri
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Antonella Palmisano, straordinario oro olimpico nella 20 chilometri di marcia femminile a Tokyo, non riesce a uscire dal tunnel dell'infortunio che l'ha costretta per tutto il 2022 a osservare le gare senza mai poter scendere in pista. Colpa di un problema al nervo sciatico e ad un'arteria che, malgrado l'operazione, non solo si è risolto ma è puntualmente ritornato, gettando nell'assoluto sconforto la campionessa azzurra.

Il dramma sportivo si è palesato nelle ultime ore quando sui propri profili Instagram, Antonella Palmisano ha riservato alle proprie storie un paio di riflessioni che hanno riacceso la luce rossa sulle sue condizioni fisiche. Nel 2022 appena concluso, la marciatrice 31enne non ha mai potuto gareggiare per una serie di problemi fisici che l'hanno afflitta a ripetizione e che si portava dietro dalle Olimpiadi di Tokyo. Dove, malgrado i dolori era riuscita però a sorprendere il mondo, conquistando un clamoroso quanto meritato oro nella 20 chilometri.

A Tokyo aveva gareggiato con delle fibrosi che comprimevano il nervo sciatico e l’arteria, che non le permetteva di avere il totale controllo del proprio corpo. Difficoltà che non fermarono una straordinaria Palmisano che però si portava dietro da tempo un problema mai risolto completamente: "Il problema si è presentato per la prima volta a febbraio 2021, portandomelo dietro fino alla gara olimpica. All’improvviso usciva un problema in una zona diversa della gamba ma non riuscivamo a trovare una soluzione" ha recentemente raccontato a Sprint2U. "Alla fine però la gara è uscita bene, non posso lamentarmi di come è andata".

Tuttavia i dolori non sono passati, anzi: così è iniziato il giro di consulenze tra diversi dottori prima di poter capire il reale motivo del problema, lavorando anche sulla propria postura, cambiando tipologia e metodi di allenamento. Senza riuscirci: "Non potevo andare avanti cosi, avevo la sensazione di avere una gamba di legno". E così la decisione più difficile, sottoporsi ad una operazione chirurgica, che l'avrebbe fermata per diversi mesi ma che le avrebbe permesso di gettare alle spalle il problema. A parole, perché dopo cinque mesi dallo scorso settembre, per Antonella Palmesano tutto sembra tremendamente ritornato al punto di partenza.

Il suo ritorno all’agonismo era previsto per il prossimo 30 aprile a Madrid, sulla distanza dei 10.000 metri, una misura adatta per riprendere confidenza con le gare dopo la lunghissima sosta, soprattutto per prepararsi al meglio ai prossimi Mondiali di Budapest che si svolgeranno dal 19 al 27 agosto. Il problema invece si è ripresentato, con i tempi di recupero che si allungano ulteriormente, rendendo la competizione iridata difficilissima da raggiungere e rigettando nello sconforto Antonella che si è sfogata via social.

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"Mi sono rotta le p…., nessuna frase motivazionale" aveva scritto nei giorni scorsi mostrando una cartelletta intestata al CONI che racchiudeva gli esiti dell'ultima visita medica sostenuta. Parole criptiche che non preannunciavano nulla di buono e così, a distanza di poche ore, è arrivata anche l'amara specifica: "Il post operazione non è stato facile, ricominciare da zero, la riabilitazione, l’aver avuto pazienza per mesi e mesi, dimenticare quella che ero stata per accettare quella che sono adesso con ritmi diversi, allenamenti diversi, ma non con ambizioni diverse" ha così scritto Palmisano via social.

"Ed è proprio questo che fa male. Riuscire a non spegnere la fiamma che c’è dentro, nutrendo le stesse ambizioni e continuando a lavorare nonostante il problema. Sì, pochi giorni fa si è ripresentato, in tutto il suo splendore. Come ho scritto ieri non ho pensieri motivazionali in questo momento, solo tanta paura accompagnata dalla consapevolezza che non ho nulla da recriminare. Abbiamo fatto il possibile fino ad ora e per quanto ancora ci riuscirò vorrò fare il possibile per cercare di non far spegnere quella luce".

Una luce che si era accesa in una mattina di luglio sulle strade di Tokyo e che rischia adesso di spegnersi davanti al rischio di un ritiro, mai pronunciato, rifiutato e combattuto con tutte le proprie forze. Ma che davanti a un nuovo periodo di stop, rischia di delinearsi terribilmente all'orizzonte.

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