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Opinioni

Sì, anche quest’anno ci siamo fatti ingannare da Temptation Island

Anche quest’anno Temptation Island è riuscito nell’intento di ingannare gli italiani, o almeno una buona parte. Uno dei motivi reconditi per cui i più guardano il reality di Canale 5, si nasconde nell’inconfessabile piacere di vedere le falle altrui, è l’effetto placebo che attenua tutto quello che in alcuni casi siamo noi stessi a non voler vedere.
A cura di Ilaria Costabile
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Ebbene sì, anche quest’anno, Temptation Island è riuscito nell’intento di ingannare i suoi telespettatori, o almeno una buona parte. Quando parlo d’inganno non intendo quello per cui siamo sempre sul punto di chiederci: “ma è finzione o realtà quella a cui stiamo assistendo”, vedendo sedie che volano, tradimenti a telecamere accese mentre dall’altra parte c’è chi osserva il misfatto da un tablet, con tanto di cuffie schiacciate sulle orecchie per amplificare ogni rumore. E non è nemmeno l’inganno che deriva dal dubbio che sia tutto costruito a tavolino, perché  “dai, ma non può essere vero”, come nel caso di Valentina Riccio che non si accorge della palafitta con tanto di proposta di matrimonio illuminata a festa.

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L’inganno a cui mi riferisco è quello per cui ogni persona davanti alla tv si assolve dai propri peccati, prendendo le distanze da quello che vede e mettendosi su un piedistallo. Eppure uno dei motivi reconditi per cui i più, alla fine, guardano Temptation Island, potrebbe nascondersi nell’inconfessabile piacere di vedere le falle altrui e soprattutto le possibili punizioni da infliggere al traditore di turno.

Fateci caso, davanti al falò di confronto nessuno spera in una riconciliazione, nel perdono, nella comprensione reciproca, la bramosia generale consiste nel vedere che, colui o colei che ha subito il tradimento, o costretto ad assistere a un comportamento irrispettoso, si faccia valere, manifesti il suo disappunto, si riprenda con orgoglio quella dignità calpestata davanti a milioni di italiani. Giustamente.

Temptation Island è quella terapia d’urto che gli altri fanno al posto nostro, al posto di chi è seduto sul divano e rimugina su quello che non va, ma non ha il coraggio di ammetterlo. Magari a se stesso lo dice pure, ma provare a guardare negli occhi la persona che si ha al proprio fianco e dirle “parliamo” è un passo davvero troppo difficile da poter fare. Ovviamente non si può generalizzare e lo stesso reality ce l’ha dimostrato, c’è stato chi come Valerio Ciaffaroni si è dato davvero un’opportunità di mettersi in gioco e con tutta la sofferenza che comporta ha accettato la fine di un amore che era stato bello, che continuerà ad essere importante, ma che non era più amore.

Sarah e Valerio
Sarah e Valerio

Le coppie che si catapultano in questa vacanza-stress, magari sperano in un ritorno di notorietà, magari vogliono davvero trovare una soluzione alle loro difficoltà amorose, ma senza dubbio sono la cartina tornasole di una generazione che non sempre sa relazionarsi, che nell’altro cerca un rifugio, un sostituto genitore, un individuo da compagnia piuttosto che un partner, e questa certezza si conferma ogni anno che passa. È per questo che Temptation Island, volente o nolente, attira l’attenzione di quel pubblico che pur non ammettendolo, gioisce nel vedere la disfatta in diretta, quella punizione plateale agli errori commessi che nella vita di tutti i giorni non è possibile, o quanto meno, qualora vi fosse, non sarebbe così soddisfacente.

Sonia B e Simone
Sonia B e Simone

Tanto è vero che, finito l’idillio del villaggio, c’è chi tra le coppie è pronto a tornare sui suoi passi, chi si riprende ciò che aveva tanto denigrato, chi accoglie l’artefice di quel dolore urlato a squarciagola con Gigi D’Alessio in sottofondo. E questo perché, in fin dei conti, la solitudine può fare più paura di una storia sgangherata, che ha perso vitalità, una storia sulla quale si è messa una bella “pezza a colori” per coprire lo strappo, ma non sempre può funzionare, sempre che non ci sia un sentimento abbastanza forte alla base.

Se c’è una cosa che il reality di Canale 5 ci può insegnare, sebbene l’intento non sia mai stato quello educativo ma dichiaratamente ludico, è riconoscere l’amore che non vogliamo, quello pronto ad essere rinnegato davanti a dei bei corpi ciondolanti, quello che non rispetta i tempi e le emozioni dell’altro, quello che impone confini, che pretende, quello che sminuisce e che non ci valorizza. Non vogliamo un amore che ci umili e che ci irrida, vogliamo un amore sano, dove gli errori si commettono, ma se ne parla, un amore che riconosca la sua fine e che abbia il coraggio di accoglierla. Ma non è semplice, ed è per questo che ogni anno ci facciamo ingannare consapevolmente da Temptation Island, perché è l’effetto placebo per eccellenza, che con un po’ di trash e una risata, talvolta amara, seppellisce tutto quello che in alcuni casi siamo noi stessi a non voler vedere.

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Nata nel 1992, giornalista dal 2016. Ho sempre scritto di cultura e spettacolo spaziando dal teatro al cinema, alla televisione. Lavoro nell’area Spettacolo di Fanpage.it dal 2019.
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