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“Il maschio capobranco, la femmina si occupa dei figli”: le parole di Riccardo Scamarcio indignano ma non si considera il contesto

C’è stata grande indignazione sui social per le parole di Riccardo Scamarcio, ma forse è il caso di mettere le cose in prospettiva. L’attore non ha fatto un’affermazione sociologica, un manifesto. Era una battuta, un momento di leggerezza in un’intervista tutt’altro che seria.
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"In un gioco dei ruoli, il maschio è capobranco e la femmina gli sta accanto e si occupa dei figli. Che dobbiamo lavare a terra, noi?". Parole di Riccardo Scamarcio nel corso dell'intervista rilasciata a Belve, ieri martedì 19 novembre. Francesca Fagnani ha ripescato le dichiarazioni dell'attore a Vanity Fair del 2006, la reazione dell'attore è stata: "Lo sapevo", segno che se l'aspettava.

"Che cosa ho detto di sbagliato?"

I fatti proseguono così. "Siamo fermi là o c'è stata un'evoluzione?" chiede Francesca Fagnani e Riccardo Scamarcio conferma le parole del 2006: "Che cosa ho detto di sbagliato? In un gioco delle parti, in un nucleo familiare ci sta. Io poi sono sempre stato con donne indipendenti e nei fatti non posso essere tacciato di essere una persona arretrata. Che dobbiamo fare? Dobbiamo lavare a terra, noi? In un gioco delle parti ci può stare". Poi scherza tirando in ballo la sua compagna Benedetta Porcaroli"Io alle volte glielo dico a Benedetta: "Mi hai lavato le mutande?". Replica di Fagnani: "E lei?". Chiosa di Scamarcio: "Meglio che non ve lo dico". 

Le frasi di Riccardo Scamarcio non sono un manifesto

C'è stata grande indignazione sui social per le parole di Riccardo Scamarcio, ma forse è il caso di mettere le cose in prospettiva. In fondo, l'attore non ha certamente rilasciato una nuova teoria sociologica sui ruoli, non ha esibito alcuna tessera "del patriarcato" ma ha semplicemente fatto una battuta, tra l'altro su una dichiarazione del 2006 in uno spazio, quello di Belve, informale e unico (come scrive bene anche qui, Andrea Parrella). Una battuta, se proprio vogliamo incasellarla, maldestra, ma di certo non un'affermazione ideologica. Chi s'indigna sceglie, come sempre, di evitare il contesto e di assumere ogni frase per un manifesto, un monolite, una iscrizione sepolcrale, quando invece è soltanto un momento di leggerezza in un'intervista tutt'altro che seria.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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