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Gaia Girace e le donne che si ribellano alla mafia: “Il loro coraggio spaventa gli uomini”

Nella puntata de Le Iene del 4 aprile, Gaia Girace dedica un monologo alle donne che hanno scelto di ribellarsi alla mafia: “Lo devo a Denise Cosco, a Concetta Cacciola, a Giuseppina Pesce. Le donne più coraggiose che abbia mai conosciuto”.
A cura di Stefania Rocco
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È intenso il monologo che Gaia Girace, giovane attrice diventata nota in tutto il mondo per avere prestato il volto a Lila, protagonista della serie tv L’amica geniale, ha portato a Le Iene. Nella puntata andata in onda martedì 4 aprile, l’attrice si è rivolta agli spettatori parlando di mafia e delle donne che ad essa hanno scelto di ribellarsi, pagando quell’atto di coraggio anche con la vita.

Gaia Girare: “Quella frase di Paolo Borsellino”

‘Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene’. Questa frase di Paolo Borsellino mi è rimasta impressa. Mi risuonava nella testa mentre leggevo la storia di Denise”, comincia così il monologo di Gaia Girace, “Denise Cosco era una ragazza come me quando decise di ribellarsi al destino di sua madre Lea, uccisa brutalmente dal marito. Sarebbe toccato anche a lei se non avesse avuto quel coraggio. Le donne senza paura spaventano gli uomini e spaventano ancor di più gli uomini della ‘ndrangheta”.

Le donne nelle famiglie della ‘Ndrangheta

Nascere donna una una famiglia della ‘ndrangheta non è vita. Chi ti devi sposare, con chi devi avere figli, se puoi o non puoi studiare lo decidono i tuoi aguzzìni, che paradossalmente sono i tuoi genitori. Quei gesti apparentemente affettuosi celano una violenza che pian piano si insinua in te finché non ti convinci che quella è l’unica realtà che meriti, che davvero non puoi andare da nessuna parte”, racconta ancora l’attrice per poi dedicare il suo monologo alle donne che quella realtà l’hanno combattuta:

Lea, invece, una vita fuori la voleva e ha scelto di scappare, di testimoniare contro il marito e la sua famiglia per vivere in modo e in un mondo diverso. La sua storia è anche quella di Giuseppina Pesce, di Concetta Cacciola, di donne che hanno avuto il coraggio di pensare a un’altra vita per sé. Di madri che hanno voluto donare un’altra vita alle loro figlie. Sono le donne più coraggiose che abbia mai conosciuto. Eppure siamo in pochi a conoscerle. Per questo ho scelto di parlarvene questa sera e vi chiedo ancora di parlarne perché altre donne, grazie al loro esempio, trovino la forza per uscire dalla gabbia.

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