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Daniela Di Maggio contro Rita De Crescenzo a Belve: “Fagnani restituisca il premio Borsellino”

Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, attacca la scelta di portare Rita De Crescenzo a Belve: “È l’anti-Borsellino. Francesca Fagnani restituisca il premio sulla legalità”.
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La polemica sulla partecipazione di Rita De Crescenzo a Belve si arricchisce di un nuovo capitolo. A intervenire sulla questione è Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a Napoli da un pregiudicato minorenne durante una lite. Ospite a La Radiazza di Gianni Simioli su Radio Marte, per la rubrica politica di Cristina Somma, Di Maggio – che è capolista alle regionali in Campania con la Lega di Matteo Salvini – ha lanciato un attacco frontale sia alla tiktoker che alla conduttrice del programma Rai.

L'appello per il reato di apologia mafiosa

Le parole di Daniela Di Maggio partono da una battaglia più ampia che sta portando avanti da tempo: "Ho chiesto di fare reato di apologia mafiosa, perché sono stanca di vedere le persone sui social con le pistole, con i piatti di cocaina e le collane d'oro". Un'invocazione che nasce dal dolore personale e che si estende a un fenomeno sociale più vasto, quello della glorificazione della cultura criminale attraverso i social network. Per Di Maggio, Rita De Crescenzo rappresenta esattamente questo: un simbolo di quella Napoli che normalizza certi atteggiamenti, che trasforma in spettacolo dinamiche pericolose, che fa entertainment di codici che andrebbero combattuti.

Il messaggio a Francesca Fagnani: "Restituisca il premio"

Ma è quando Di Maggio tira in ballo direttamente Francesca Fagnani che il tono si fa ancora più aspro: "Vorrei dire anche una cosa. Io e Francesca Fagnani siamo state premiate al Premio Nazionale Borsellino, uno dei più importanti in materia di legalità e giustizia. La Fagnani è stata premiata per la sezione Giornalismo, io per la sezione Bullismo".

Il riferimento al premio non è casuale. È il grimaldello per scardinare quella che Di Maggio percepisce come una contraddizione insanabile: "Vorrei dire alla signora Fagnani perché non la riconsegna questo premio? Non discuto le linee editoriali, ma invitare Rita De Crescenzo, che è l'anti-Borsellino per eccellenza, mi dia le spiegazioni, come mai è risultato interessante invitare una persona che rappresenta la Napoli che stiamo combattendo".

Due Napoli che non si parlano

Quello che emerge è lo scontro tra due visioni inconciliabili della città. Da una parte la Napoli del riscatto, della lotta alla criminalità, delle famiglie che chiedono giustizia dopo aver perso i figli per mano della violenza. Dall'altra, quella che Di Maggio identifica in Rita De Crescenzo: una rappresentazione che glamourizza, anche solo esteticamente, certi codici, certe pose, certi atteggiamenti. La domanda resta aperta e scomoda: dare visibilità equivale a legittimare? Intervistare significa promuovere? E soprattutto: chi ha il diritto di decidere chi merita una piattaforma mediatica e chi no?

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