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Al Bar Stella ha brillato Ambrosia, fatale e maldestra

Sin dalla prima puntata del Bar Stella, il fascino magnetico di Ambrosia – che all’anagrafe è Vincenzo D’Ambrosio – si è imposto, non ha mai messo in soggezione e tantomeno nella condizione di immaginarla in una guisa diversa.
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Nella piacevole sorpresa che è stata la prima edizione di Bar Stella con Stefano De Martino, Ambrosia ha preso il suo spazio nella maniera più armonica possibile. Merito di una scrittura che ha costruito una vera e propria evoluzione dei personaggi, puntata dopo puntata. Era un varietà, ma con una sceneggiatura salda che è cosa diversa dal seguire semplicemente una scaletta televisiva. Ognuno al Bar Stella ha avuto il proprio arco narrativo, ha sviluppato i suoi conflitti e quello di Ambrosia si è concluso con la risoluzione sperata, il suo momento di gloria. Nella finzione del programma, è la cugina di Stefano De Martino e cassiera del Bar Stella ma che in realtà sogna di diventare una grande diva, come quelle di una volta. Risponde al telefono con quella parlata un po’ svogliata, prende le ordinazioni ma puntualmente non le ricorda e le sbaglia tutte perché Ambrosia con la testa è continuamente su un palcoscenico, illuminata da un occhio di bue, a esprimere se stessa e il suo talento.

È l’occasione che il Bar Stella le ha concesso ieri con un lip sync – uno storico cavallo di battaglia dell’arte en travesti – di Un anno d’amore di Mina. Un momento struggente, denso di significato e consapevolezza che però viene spezzato sul più bello dal televisore difettoso e da Luciano il barista (il solito geniale Herbert Ballerina), le luci si accendono riportando tutti a una dimensione più terrena. Ambrosia troppo fatale per restare dietro una cassa, ma troppo maldestra per prendersi la scena a pieno titolo in un modo che non sia – appunto – à la Ambrosia.

Ambrosia e Stefano De Martino alla fine dell'esibizione
Ambrosia e Stefano De Martino alla fine dell'esibizione

È difficile spiegare la bellezza che si è vista nel ribaltamento del convenzionale. In realtà, non so nemmeno se è davvero giusto parlare in questi termini, se non si rischia alla fine di cadere nella retorica, o peggio, nell’approssimazione. E allora chiudo con un tweet di una cara amica, che in meno di 140 caratteri è riuscita a spiegare questa bellezza: “Ambrosia è la donna che vorrei essere”. Il punto è proprio questo: sin dalla prima puntata, il fascino magnetico di Ambrosia – che all’anagrafe è Vincenzo D’Ambrosio – si è imposto, non ha mai messo in soggezione e tantomeno nella condizione di immaginarla in una guisa diversa. Aspettando la riconferma del programma, l'unica cosa da fare è continuare a tenere gli occhi puntati su di lei.

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