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Simona Ventura: “Caterina era già mia parente di secondo grado, l’ho adottata e ha il mio cognome”

Simona Ventura racconta il lungo percorso verso l’adozione della figlia Caterina, oggi 17enne. “Ho percorso l’iter dell’adozione speciale perché la bambina è mia parente di secondo grado”, ha spiegato la conduttrice, “Oggi ha il mio cognome ed è entrata nell’asse ereditario”.
A cura di Stefania Rocco
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Simona Ventura racconta il lungo percorso verso l’adozione di Caterina, la figlia oggi 17enne. Intervistata dal settimanale Grazia, la conduttrice racconta di avere adottato la figlia nel 2014, da madre single. Era già mamma di Niccolò e Giacomo, 24 e 23 anni. Oggi la giovane ragazza porta il cognome della madre. “L’ho adottata quando ero single, nel 2014”, ha raccontato Simona, “Aveva un mese e mezzo ed era in una casa famiglia perché i suoi genitori non potevano occuparsi di lei. Prima mi è stata data in affido per due anni, poi per altri due, quindi ho ottenuto l’affidamento a tempo indeterminato”.

La decisione di adottare Caterina: “Volevo tutelarla”

Simona racconta di avere deciso di procedere anche legalmente all’adozione per tutelare sua figlia affinché le fossero riconosciuto gli stessi diritti dei fratelli: “Una mia cara amica era morta all’improvviso per un aneurisma cerebrale. Ti rendi conto che uno può uscire la mattina e non tornare la sera? Ho cominciato a chiedermi che cosa sarebbe accaduto a Caterina, se fosse capitato lo stesso a me. Il mio avvocato mi disse che, a differenza degli altri due miei figli, lei non sarebbe stata tutelata. Così ho cominciato l’iter dell’adozione speciale per cui avevo i requisiti, perché la bambina è mia parente di secondo grado. Ovviamente ci voleva il benestare dei genitori naturali che, dopo un po’, è arrivato. L’iter è stato lungo, è durato tre-quattro anni, ma non abbiamo mollato mai. Oggi Caterina ha il mio cognome ed è entrata nell’asse ereditario come Niccolò e Giacomo”.

Simona Ventura: “A Caterina ho raccontato la sua storia quando aveva 4 anni”

Simona racconta di avere raccontato a Caterina la sua storia quando aveva 4 anni. Non voleva che la bambina lo scoprisse da qualcun altro e si ritrovasse priva dei mezzi per poter elaborare gli eventi che l’avevano condotta a quel momento: “Quando aveva 4 anni, le ho raccontato la sua storia. Siccome sono un personaggio pubblico c’era il rischio che lo venisse a sapere in altro modo. Le ho spiegato che era una bambina fortunata perché aveva ben due mamme. I servizi sociali mi hanno aiutata a gestire quello che definiscono l’’iter della conoscenza’. E, per fortuna, Caterina non ha mai avuto un momento di crisi”.

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