Kristin Cabot rompe il silenzio dopo il caso Coldplay: “Con Andy Byron nessuna relazione, avevamo bevuto”

Kristin Cabot rompe il silenzio. La dirigente delle risorse umane di Astronomer, finita al centro di un caso mediatico insieme al CEO Andy Byron dopo essere stata sorpresa in atteggiamenti intimi con lui al concerto dei Coldplay, ha finalmente raccontato la sua versione dei fatti. Il video, diventato virale, l’aveva esposta a mesi di critiche e attacchi online.
Cabot e Andy Byron erano stati ripresi il 16 luglio a Boston mentre si abbracciavano in modo confidenziale durante il concerto. Quando si sono accorti di essere inquadrati dalla kiss cam, i due si sono immediatamente separati, cercando di nascondersi. Le immagini avevano fatto il giro del web in poche ore, alimentando speculazioni su una presunta relazione extraconiugale. Ora la donna ha parlato al New York Times, spiegando che quanto accaduto sarebbe stato un errore isolato, favorito dall’alcol, e non l’espressione di una relazione sentimentale stabile: "Ho preso una cattiva decisione, ho bevuto un paio di High Noon e ho ballato e mi sono comportata in modo inappropriato con il mio capo". E ancora: "Mi sono assunta la responsabilità di quanto accaduto e per questo ho rinunciato alla mia carriera. È il prezzo che ho scelto di pagare".
Secondo il suo racconto, le conseguenze sarebbero state devastanti: Cabot ha spiegato di essere stata insultata online e definita “adultera” da sconosciuti incontrati per strada. Ha inoltre raccontato di aver ricevuto oltre 60 minacce di morte, un aspetto che ha segnato profondamente la sua vita privata. La donna ha ammesso di aver avuto in passato una “cotta” per Byron e di essere stata entusiasta all’idea di presentarlo ai suoi amici, ma ha precisato che prima di quella sera non ci sarebbe stato alcun contatto fisico tra loro. Al concerto, però, dopo aver bevuto cocktail, i due avrebbero ballato insieme e si sarebbero scambiati un bacio, in quello che Cabot definisce come l’unico e irripetibile episodio. A distanza di tempo, ciò che più le pesa non è solo l’errore, ma l’accanimento che ne è seguito: "Voglio che i miei figli sappiano che si possono commettere errori, anche molto gravi. Ma non si dovrebbe essere minacciati di morte per questo".