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Francesco Facchinetti: “A 13 anni ero un pirla, ma credevo di essere un genio”

Il talent scout si racconta a “Oggi è un altro giorno” tra l’adolescenza turbolenta e un presente solido da scopritore di talenti.
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Francesco Facchinetti è stato ospite della puntata odierna di "Oggi è un altro giorno". Il figlio di Roby Facchinetti, campione d'ascolti con la storica canzone tormentone della "canzone del Capitano", oggi è un produttore e scopritore di talenti. Tra i racconti di una vita, anche il fatto che i suoi genitori decisero di non andare più a parlare con i professori a scuola: "Perché non studiavo, ero un pirla". 

Le parole di Francesco Facchinetti

Francesco Facchinetti spiega di aver sprecato l'infanzia a "essere un pirla" e di essere stato costretto a recuperare in seguito: "Ho studiato poi dopo". 

A 13 anni mi dissero: da oggi in poi la vita è tua, non vogliamo più sapere le cose brutte che i professori dicono su di te. Perché non studiavo? Perché ero un pirla. La cosa peggiore è che credevo di essere un genio.

La confessione

Francesco Facchinetti ha poi confessato che con Daniele Battaglia, figlio di Dodi, ne hanno combinate parecchie, tra queste anche far saltare i concerti dei loro genitori.

Daniele è una persona alla quale sono legato profondamente. Abbiamo fatto saltare più di uno dei concerti dei Pooh, si è vero. Provateci voi a sentire più di duemila concerti dei Pooh. Come abbiamo fatto? Avete presente quei generatori di corrente? C'era il tasto On/Off, noi semplicemente schiacciavamo il tasto Off. Ci hanno bandito per un anno dai concerti dei Pooh. A 16 anni, prendevamo i dischi delle fan che volevano che i nostri genitori firmavano i dischi. Li prendevamo e facevamo le firme false: Vasco Rossi, Claudio Baglioni…

Lo scopritore di talenti

Francesco Facchinetti ha messo a disposizione il suo fiuto nello scoprire il talento degli altri, tra questi Irama. Lui spiega:

Credo che il talento sia qualcosa di imponderabile, è qualcosa con cui tu nasci. Io faccio parte della categoria di quelli che devono fare per realizzare le case, non mi reputo una persona di talento perché sono cresciuto con una persona di talento. Ho visto nascere le canzoni, ho visto come faceva le cose. E tutto quello non mi appartiene. Ho trovato altro. E questo altro mi ha aiutato a realizzare i sogni. Quando ho aiutato i ragazzi a suonare e cantare negli stadi, mi ha reso orgoglioso. Stare con queste persone, dà tanto a me. Perché mi porta in un posto dove io non sono in grado di andare.

Grazie a quelli come Irama, Facchinetti ha pensato che i sogni si possono realizzare. Ha lavorato anche con Fedez: "Con Federico ho lavorato qualche tempo fa, per me Fedez è come Cristiano Ronaldo, come Messi. La cosa bellissima dei talenti è che loro non sanno quello che sono, non riescono a capire esattamente cosa sono. Lì comincia la magia". 

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