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Carlo Conti: “Se farò meno di Amadeus non importa, non devo dimostrare niente a nessuno”

Carlo Conti commenta la sua nuova avventura di conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo 2025-26. Il conduttore dichiara di non avere l’ansia del confronto con Amadeus e con i suoi successi, ma sottolinea come sia doveroso andare avanti.
A cura di Ilaria Costabile
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L'ufficialità è arrivata nella giornata di mercoledì 22 maggio, Carlo Conti sarà il conduttore e il direttore artistico del Festival di Sanremo 2025 e 2026. Un incarico che arriva dopo il successo della staffetta di Amadeus, con cinque anni di successi. Il conduttore, però, ha dichiarato di non avvertire l'ansia del confronto, sicuro che la scelta più importante ruoterà attorno alle canzoni, al momento è tutto ancora da definire, ma da bravo professionista della televisione, il noto volto tv si dice pronto ad accogliere questa sfida, puntando sull'unica cosa che conta: realizzare un buon prodotto.

Carlo Conti commenta il confronto con Amadeus

Come è lui stesso a confermare in un'intervista rilasciata a Rtl 102.5, il suo nome era nell'aria da quando Amadeus ha reso noto il suo passaggio al Nove: "Abbiamo ufficializzato una cosa che da qualche tempo si stava ragionando, abbiamo trovato un punto di incontro con l'azienda". Carlo Conti si è detto felice dell'affetto ricevuto in questi giorni, da parte tanto dell'azienda, quanto del pubblico e in merito alla reazione della sua famiglia su questa nuova avventura, che gli toglierà tempo:

Sai, sanno che ho fatto una scelta di vita ritirandomi a Firenze, portando il bimbo a scuola, una vita molto normale, e in questa vita normale, troverò gli spazi per preparare come facevo con gli altri programmi, e così sarà per il Festival. La cosa più importante è scegliere bene le canzoni, perché devono arricchire le programmazioni radiofoniche, devono essere al passo con i tempi, il mio dubbio è quello di avere dopo 7 anni ancora l'orecchio musicale pronto, spero di averlo e di fare una buona scelta. Questa è la cosa importante per il Festival, il resto è contorno.

Il confronto con Amadeus sarà inevitabile, ma Conti non sembra essere preoccupato all'idea che possa esserci un paragone con il suo predecessore e, anzi, sottolinea come sia giusto guardare avanti:

No, sono ad un punto della mia carriera in cui non devo dimostrare niente a nessuno, né a me, né al pubblico, né all'azienda per la quale lavoro, se farò meno non importa, non è solo una questione di share, cerco di fare un buon prodotto, e di fare un servizio alla discografia, questa credo sia la cosa importante, poi è chiaro, si potrà fare un po' meno, ma altrimenti non avrei…altrimenti dopo i Festival di Baudo non avrebbe dovuto fare più niente nessuno, si va avanti. Amadeus ha fatto un lavoro straordinario, crescendo di anno in anno, sia dal punto di vista di numeri che musicale, proverò a portare avanti quel lavoro lì.

"Ho iniziato io a portare i giovani a Sanremo"

La musica sarà al centro di ogni scelta e il fatto che gli ultimi cinque Festival abbiano portato sul palco esponenti della scena musicale più giovane è senza dubbio un valore aggiunto, ma il nuovo direttore artistico si riconosce di aver in qualche modo dato il via a questo trend:

Io credo di aver iniziato, molti hanno detto che avevo iniziato io nel 2017, non a caso, nel podio c'erano terzo Ermal Meta, la Mannoia e primo Gabbani, quindi era un po' il nuovo che avanzava,  la discografia è cambiata molto, il mondo musicale è cambiato molto. Dai miei festival mi piace ricordare, l'unica medaglietta che mi metto, sono usciti Irama, Mahmood, Gabbani, Nigiotti, Caccamo, un bel momento proprio perché c'era una grande rinascita, poi ha continuato Baglioni alla grande, e Amadeus. È cresciuta la musica italiana.

Infine, tra le tante cose che si sono dette in merito al Festival, c'è anche l'ipotetico cambio di location: "Sanremo è Sanremo, va bene l'Ariston e per ora va bene così. È uno degli appuntamenti fissi, credo sia più importante come si fa, che la location o gli ospiti". 

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